Dopo il caso emerso alcuni mesi fa all’interno della Provincia, dove una dirigente donna era stata segnalata per comportamenti inappropriati verso alcune dipendenti, una vicenda simile – e altrettanto inquietante – starebbe scuotendo un altro ente pubblico del territorio.
Anche in questo caso, al centro delle segnalazioni vi sarebbe una donna con un ruolo di responsabilità, accusata di aver tenuto atteggiamenti molesti nei confronti di almeno due colleghe. Le prime informazioni, non ancora ufficializzate, parlano di un clima divenuto pesante e difficile, con episodi ripetuti di contatti fisici non richiesti, allusioni sessualmente esplicite e una presenza invadente anche nei momenti di pausa.
A rendere ancora più difficile la situazione sarebbe l’atteggiamento della presunta molestatrice, che – secondo quanto trapelato – si mostrerebbe sprezzante dei rifiuti ricevuti, ironizzando sulle reazioni delle colleghe, spesso davanti ad altre dipendenti. Il disagio avrebbe raggiunto un punto tale che anche l’accesso a spazi comuni, come i servizi igienici, sarebbe vissuto con forte imbarazzo.
La dinamica – per molti versi simile a quella registrata nel recente caso in Provincia – apre una riflessione importante e scomoda: anche nelle strutture pubbliche, e anche quando a compiere gli abusi è una donna, il problema delle molestie sul lavoro continua a manifestarsi, alimentato spesso da rapporti di potere e da contesti in cui le vittime faticano a trovare ascolto o strumenti di difesa.
Secondo fonti riservate, un dirigente e un responsabile sarebbero già stati informalmente informati. Non si esclude un imminente coinvolgimento dei sindacati.
L’auspicio, come sempre in questi casi, è che le istituzioni agiscano con tempestività, trasparenza e rispetto, tutelando chi ha subito e ponendo fine a comportamenti che nulla hanno a che fare con un ambiente di lavoro sano e civile.
