lutto

E’ morto il giornalista Gino Pellosio
redattore sportivo de “Il Secolo XIX”-Savona

 

Savona – E’ morto il giornalista Gino Pellosio, 58 anni compiuti lo scorso 26 febbraio. Era il decano della redazione Savonese de Il Secolo XIX dove, dal 1970, ha trascorso 40 anni di vita professionale. Esordio da collaboratore, con l’allora capo redazione (la sede era in piazza Mameli) Bruno Bini, poi il praticantato con Luciano Angelini, quindi professionista dall’aprile 1977. Redattore ordinario, occupandosi quasi sempre, salvo brevi intervalli, di sport. Seguiva da decenni, in particolare, il Savona Calcio. Memoria storica della redazione e del settore sportivo.  Una penna intelligente, lucida, preparata. 

La scomparsa di Gino Pellosio si è consumata in circostanze tragiche. Una scelta disperata di cui solo lui, quasi certamente, conosceva le ragioni, le motivazioni. Pare non si fosse mai confidato, anche per questo la notizia ha lasciato increduli e sgomenti i colleghi di ieri e di oggi.

Ha scelto di finire i suoi giorni a Toirano dove si era trasferito, dopo aver abitato a Pietra Ligure e prima ancora a Savona, città in cui era nato e cresciuto, aveva frequentato le scuole e superato la maturità liceale. Aveva perso il fratello, poi l’anziana mamma alla quale era particolarmente affezionato, legato e che era stata la funzionaria storica della segreteria provinciale della Democrazia Cristiana, dai tempi di Carlo Russo.

Gino si era sposato, divorziato e risposato con una collega. Risale a quel periodo il trasferimento e l’acquisto di una casa a Toirano. Il destino ha voluto che naufragasse pure quel rapporto ed aveva scelto di vivere con una nuova compagna ad Albissola.

Ieri Gino ha maturato la sua scelta. Sono intervenuti i vigili del fuoco. Prima di lui, la redazione di Savona aveva vissuto, nel 1976, l’improvvisa morte (causa infarto) di Armando Moreschi, cronista amato e popolare nella sua città. E, nella famiglia del Decimonono, un’altra morte tragica la scelse il direttore Vincenzo Rossi.  Del resto un giornalista è una persona come tutti gli altri. Con le sue gioie, i suoi tormenti, virtù e debolezze umane.

Quando si perde un collega con il quale si sono condivisi tanti anni di lavoro, tanti momenti di vita professionale, con le problematiche, le difficoltà, le tensioni che la professione comporta, la ferita è ancora più profonda.  Lacerante. Mentre si accavallano senza risposta gli interrogativi. Senza soluzione, peraltro.

Ti salutiamo caro Gino e rispettiamo fino in fondo la tua decisione. Avremmo voluto che ti potessi godere la pensione e una serena vecchiaia, come accade a molti di noi. L’Alieno, invece, ha scelto. Dovremmo tutti riflettere. Oggi la cronaca ci impone di essere coerenti col nostro dovere di cronisti.  Anche in un giorno triste per la “grande famiglia” dove hai vissuto e combattuto tanti giorni, tanti mesi, tanti anni. Tra inevitabili amarezze e soddisfazioni. Da giornalista, resterai pur sempre nella storia del quotidiano più antico, prestigioso, della tua terra ligure. E questa terra ti sia lieve, Gino. Ciao. (l.c.)  


Nella foto, la redazione savonese de Il Secolo XIX nel 1980: a sinistra (nella foto) con i baffi: Sergio Del Santo, Luciano Lazzari, Luciano Angelini, Gino Pellosio, Mario Muda, Luciano Corrado, Nanni Basso, Angelo Verrando (foto Gallo)

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