Se qualcuno sperava in un 2024 all’insegna della ripresa economica per la Liguria, sarà rimasto deluso. I dati mostrano infatti una regione che fatica a tenere il passo, con una crescita stagnante e un export in calo, e le prospettive per il 2025 e il 2026 non promettono nulla di meglio.
A lanciare l’allarme è Svimez, l’associazione che studia le condizioni economiche delle regioni italiane, che colloca la Liguria tra le aree a più bassa crescita del Paese. Il problema principale? Un mix di fattori che vanno da una ripresa occupazionale lenta fino alle incertezze internazionali, come l’annunciato aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti, che potrebbe penalizzare ulteriormente l’export ligure, settore già in sofferenza.
Non solo l’export, ma anche il mercato del lavoro segna il passo. La crescita occupazionale in Liguria è modesta, se non addirittura stagnante in alcuni settori. A rendere il quadro più fosco c’è il rallentamento del PIL regionale, che si muove a ritmi inferiori rispetto alla media nazionale.
Eppure, un piccolo spiraglio di speranza potrebbe arrivare dai fondi pubblici destinati alle infrastrutture e allo sviluppo del territorio. Se la Liguria riuscirà a utilizzare efficacemente le risorse disponibili, in particolare quelle del PNRR, il prossimo biennio potrebbe vedere un’inversione di tendenza.
La sfida cruciale sarà proprio questa: la capacità della Regione di mettere a frutto i finanziamenti destinati alle opere pubbliche. Strade, porti, digitalizzazione, transizione ecologica: tutto dipenderà da una gestione efficace delle risorse. E qui arriva il vero problema: la burocrazia e i ritardi amministrativi potrebbero trasformare un’opportunità in un’occasione persa, come purtroppo è già successo in passato.
Il 2025 e il 2026 si preannunciano anni difficili, con un quadro economico regionale che fatica a uscire dalle sabbie mobili. Se la Liguria vuole evitare il declino, deve puntare su una gestione più efficiente delle risorse pubbliche e su una strategia chiara per rilanciare il proprio tessuto economico. Il tempo per le incertezze è finito: ora servono decisioni rapide e investimenti concreti.
Altrimenti, il rischio è che anche i prossimi anni si chiudano con la stessa, desolante diagnosi: un’economia che arranca, aziende che faticano a esportare e un mercato del lavoro che non riesce a decollare. Un copione già visto, che la Liguria non può più permettersi di ripetere.