Letture stimate: ora si esagera

Stiamo ricevendo decine di segnalazioni, da nostri iscritti e cittadini, relative all’utilizzo, spesso improprio, da parte delle aziende venditrici di gas ed energia elettrica, delle letture stimate sulle bollette.

E’ vero che l’Autorità di Garanzia (A.G.E.E.G) aveva permesso questa forma di fatturazione per facilitare la quantificazione dei consumi e l’emissione delle bollette attraverso il calcolo presuntivo dei consumi rilevati automaticamente dal fornitore.

Ma si dovrebbe trattare di una possibilità da utilizzare in casi particolari e non invece come avviene oggi, in maniera così massiccia.

La norma di riferimento prevede che la lettura del contatore debba avenire almeno una volta all’anno e che si può procedere alla quantificazione della bolletta secondo i “consumi stimati” solo nel caso non si sia potuto eseguire la lettura del contatore.

Vale la pena ricordare che i contatori dell’energia elettrica sono praticamente tutti di nuova generazione a lettura in remoto, cioè possono essere rilevati anche dalla centrale.

Le situazioni che si stanno creando sono paradossali e mettonno seriamente in difficoltà i cittadini e le aziende.

Ad esempio segnaliamo il caso del proprietario di un negozio sfitto a Finale Ligure, che si è visto recapitare una bolletta della luce superiore ai 1300 euro perchè il sistema faceva riferimento ai consumi storici dell’affittuario ( una salumeria) che aveva chiuso l’attività nel 2017, quando i consumi reali del periodo non superavano i 30KW.

Ad una signora vedova, diciamo molto matura, è stata inviata una bolletta di oltre 900 euro per il consumo bimestrale del gas sulla base di consumi presunti del tutto sballati, visto che abita sola in una casa di 60 mq.

Potremmo andare avanti citando altri casi che provocano disagio e spesso problemi agli utenti di questi importantissimi servizi.

E’ vero che di fronte al reclamo dell’utente spesso, ma non sempre, le aziende compensano le somme impropriamente pagate. Ma, appunto intanto occorre pagarle, poi inviare un reclamo e sperare nel buon senso di chi lo riceve.

In alcuni casi questo non avviene e occorre ricorrere all’Autorità di garanzia o al Giudice di pace per far valere le proprie ragioni.

In ogni caso, il cliente si trova a far da “banca”, come prestatore inconsapevole, alle aziende del settore che in ogni caso ci guadagnano dagli interessi risparmiati dal credito di mecato non utilizzato.

Per alcuni clienti poi, che per non farsi tagliare la luce o il gas devono comunque pagare, si aprono difficoltà economiche impreviste e spesso insormontabili.

Per questi motivi abbiamo deciso di scrivere una lettera di segnalazione all’Autorità di Garanzia per l’Energia Elettrica e per il Gas e ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari che si occupano di tutela dei Consumatori, affinchè questa ingiusta ed iniqua pratica da parte delle aziende, cessi e rientri nell’ambito della straordinarietà e non della regola.

Roberto De Cia  Presidente Movimento Consumatori Savona

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