Lettera dal sottosuolo: appello disperato dei resti romani di Legino al Sindaco

Caro Signor Sindaco,
noi, i gloriosi resti romani di Legino, ci permettiamo di disturbarla dalla sua agenda fitta di inaugurazioni, selfie istituzionali e proclami culturali per esporre una questione che ci sta particolarmente… sottoterra.
Come ben saprà (o forse no, visto che nessuno passa più a trovarci), siamo ciò che resta di una vivace cittadella romana. Sì, proprio qui, sotto i suoi piedi e sotto i palazzi che generazioni di amministratori insensibili hanno pensato di erigere su di noi. Del nostro glorioso passato, al momento, resta visibile solo un misero “pezzettino”: qualche muro, un antico edificio rurale e poco più, ricoperti in tutta fretta quando si è deciso che i condomini erano più “culturali” di noi.
Ci permettiamo di scriverle oggi perché, ingenuamente, avevamo riposto grandi speranze nel progetto di Savona Capitale della Cultura. Pensavamo: “Ecco la nostra occasione! Finalmente verremo riscoperti, valorizzati, magari citati in qualche brochure turistica!” E invece, niente.
Neppure una menzione. Neppure un hashtag. Siamo più dimenticati di una vecchia tassa non riscossa.
Abbiamo notato, caro Sindaco, che quando si tratta di altre questioni, Legino riceve tutta la sua attenzione: il centro raccolta rifiuti inerti è rimasto in via Caravaggio nonostante i dubbi, danneggiando il depuratore e a discapito dell’importante depurazione delle acque. E noi? Lo sappiamo non abbiamo sponsor, non abbiamo associazioni  culturali vicino a lei  che ci aiutano, ma potremmo portare turismo, cultura, ricchezza. Noi siamo lasciati a marcire sotto il peso dell’indifferenza e del cemento armato.
Non chiediamo molto, Signor Sindaco. Non vogliamo essere dissotterrati del tutto (anche perché temiamo di trovarci sotto qualche altro parcheggio). Ma quel poco che è rimasto in superficie… potrebbe essere almeno rispettato? Forse una pulizia, qualche pannello esplicativo, una recinzione decente? Insomma, un minimo di dignità archeologica?
Confidiamo nella sua sensibilità e nel suo noto spirito di innovazione. Non ci deluda, Signor Sindaco. Sarebbe un vero peccato per lei passare alla storia come “colui che dimenticò gli antichi”.
Con speranza (e molta rassegnazione),
I resti romani di Legino
P.S. Non abbiamo voti da offrirle, ma le assicuriamo che siamo ben radicati nel territorio!

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