La testimonianza di Bruno Lugaro

Tolgo la mascherina solo per dormire. Qui a Trescore Balneario dove sono ricoverato da dieci giorni l’incubo Covid ti accompagna in ogni momento della giornata. Sarà perché è ancora fresco il ricordo delle vittime della pandemia ospitate in queste stanze lo scorso marzo. Sarà  perché morì di Covid un medico di questo ospedale e si ammalarono medici e infermieri. E poi siamo a Bergamo e la paura si legge ancora negli occhi della gente che pure noi ricoverati possiamo vedere solo dai vetri della finestra. Vietato qualsiasi contatto con il mondo esterno, parenti compresi. Noi siamo tutti tamponi negativi ma basterebbe un esterno infetto  a scatenare l’inferno.

Una signora passa dalla portineria a ritirare i panni sporchi e all’occorrenza fa un po’ di spesa per i degenti. Il personale sanitario è implacabile nel rispetto delle regole. È faticoso ma va bene così. Cresce la preoccupazione anche tra noi degenti . L’altra sera abbiamo ingannato il tempo con un Karaoke. Abbiamo cantato con le mascherine. Mangiamo a distanza di sicurezza, due metri, scoprendo la bocca giusto il tempo di  addentare il boccone. Spesso suonano le campane della chiesa  qui vicina e il ricordo va alla lunga fila di camion militari pieni di bare. No, Bergamo ha ancora una ferita che sanguina. La sensazione che cogli parlando con le persone di questo microcosmo, è d’attesa per il secondo attacco.

Tolgo la mascherina  solo per dormire in questo tempo di nuovo sospeso.
 Bruno Lugaro
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