Piattaforma Maersk

        FATTI, FATTOIDI E PIATTAFORMA MAERSK  
Un fattoide è una realtà dubbia o falsamente verificata, errata; oppure una dichiarazione fabbricata, formata e affermata come un fatto, ma senza alcuna veridicità.
Il termine fu coniato da Norman Mailer nel 1973 per indicare i fatti che non esistono prima di apparire in una rivista o un giornale.
La parola compare nell’Oxford English Dictionary come “qualcosa che viene accettata come un fatto, anche se non è vero”. La parola a volte può essere usata per indicare un pezzo insignificante di una vera informazione.
In ogni caso, i fattoidi sono potenzialmente dei fatti, solo che non sono fatti reali, e possono dare origine a leggende metropolitane, bufale, miti nonché a pubblicità ingannevole.
Gillo Dorfles, in Fatti e fattoidi, libro pubblicato nel 1997 e  recentemente riproposto, applica questi concetti alla società odierna dove ormai i fattoidi prevalgono sui fatti. Secondo Dorfles, oggi non abbiamo più fatti, ma fatti alterati; fatti che dovrebbero essere fatti e che invece sono qualcosa d’altro: fattoidi, appunto.
In una breve intervista, trasmessa ieri nel corso dl programma Rai Per Una Notte [Rai Per Una Notte – Parte 9/23 (Mario Monicelli, Gillo Dorfles) …vedi
Gillo Dorfles, parlando dei fattoidi, dice che a furia di ripetere una cosa falsa,  alla fine sembra quasi vera e, come esempio concreto ed attuale, cita il ponte sullo stretto di Messina.
Per chi vive sulla costa savonese, viene spontaneo pensare ad un altro esempio, indubbiamente più piccolo ma altrettanto calzante, quello della piattaforma Maersk, definita da gran parte dai mass media locali come il salvifico volano dell’economia di tutta la Provincia e non solo: ormai sappiamo che non è un fatto, ma solo un fattoide.
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