Per la ricostruzione un commissario con poteri speciali

UN COMMISSARIO CON POTERI SPECIALI E MILIARDI

PER LA RICOSTRUZIONE DOPO IL BOMBARDAMENTO

Si direbbe che il destino abbia inteso punire atrocemente le nostre fragilità. Siamo tutti colpevoli, caro Paceco. Di ignavia, rassegnazione, menefreghismo, compartecipazione al declino, incapacità di reagire alla barbarie in cui affoghiamo da troppi anni. Non abbiamo saputo o voluto contrastare efficacemente il Male che ci ha avviluppati sfornando a ripetizione politici e amministratori da strapazzo, incapaci e inconcludenti. Abbiamo permesso con le nostre complicità e paure …

(di perdere il posto, amicizie, copie, voti, consensi, parcelle, piccoli o grandi privilegi ecc…) che prendesse campo l’ideologia del sottosviluppo urbano ed economico. Eutanasia di una città marinara e di un porto mondiale. Se ricordo bene, ne discutevamo su questo blog addirittura sei anni fa, schierandoci con chi reclamava immediate soluzioni alternative per la viabilità e i traffici e contro i Comitati e i Movimenti del No, quelli che denigravano navi e merci e profetizzavano per quel ponte altri cento anni di vita.

Questa tragedia pesa come un macigno sulle nostre coscienze. Cito un amico che ha riassunto con parole semplici il momento che stiamo vivendo: “…Qui siamo di fronte a morti annunciate. Qui ci vuole indignazione profonda. Non ho mai visto una cosa del genere neanche nel terzo mondo. Qui bisogna veramente aprire le patrie galere e infilarci chiunque abbia non visto quello che stava accadendo da anni e che da anni persone denunciavano. E quelli che dicevano no non è cosi oggi sono spariti. Non è così semplice. Fermarsi al dolore non basta più. Prima la Torre Piloti, le alluvioni, ora questo. Siamo sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo”.

Che cosa serve adesso per scrollarci di dosso le banalità e le stupidaggini istituzionali? Un Commissario con poteri speciali e ingenti fondi a disposizione per realizzare a tempo di record tutte le opere di cui dovremmo già disporre e che non abbiamo, a cominciare dalla gronda e da nuovi collegamenti. Se atroce segnale doveva essere, lo colgano subito anche le Ferrovie, facendo il loro lavoro e investendo massicciamente sui binari che devono collegare le banchine al possibile e realizzabile retro porto. E’ un anno zero bagnato di sangue e di disperazione. Consideriamoci come i sopravvissuti a un bombardamento che per non morire sono costretti a ricostruire.

Giorgio Carozzi da Pilotina blog

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