I segreti dal Palazzo di Città 1

I segreti dal Palazzo di Città
Inviati dalla statua bronzea di Renata Cuneo Allodola collocata nell’atrio del Palazzo” 

ALDA DALLAGLIO, VENGO ANCH’IO, NO TU NO

Povera Alda Dallaglio, ex Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale di Savona, dimessasi il 12 marzo scorso dalla sua funzione con un durissimo attacco alla Lega e agli Assessori Leghisti (Massimo Arecco, Maria Zunato, Paolo Ripamonti) rei di non avere relazioni continue con il Gruppo consigliare e di agire in piena autoreferenziale autonomia.

In verità le cose stanno diversamente da come le racconta Alda e di politico hanno assai poco, ma investono l’onestà e la trasparenza fiscale di un Consigliere Comunale della Lega, appunto Alda Dallaglio! E’ noto, infatti, come riportato da vari organi di Stampa che “negli ultimi giorni dello scorso dicembre, a seguito di una serie di controlli sulla riscossione dei tributi, è emerso un debito della Dallaglio verso le casse di Palazzo Sisto di quasi 14mila euro, in qualità di amministratore unico dell’impresa El.ge; si tratterebbe del mancato pagamento del conguaglio, dovuto alle spese per l’assegnazione di un’area del Comune, in zona Paip a Legino (dove sorge l’azienda), in diritto di superficie. 

Prima delle elezioni, la Lega provinciale e il Commissario Comunale avevano deciso – per ragioni di opportunità politica – di non forzare la mano e di demandare agli organi deputati, all’interno del partito, qualsiasi valutazione monitorando l’evoluzione della situazione.

Bene, sembrerebbe che la Lega abbia deciso e che la partita non si metta per niente bene per Alda, mentre si attende il provvedimento della Lega!

Ed è cosi che vedo la povera Alda girare e rigirare nell’atrio del Palazzo mentre mi impedisce la visione di Chi entra e Chi esce; mi dicono che bussa alla porta di tutti i Gruppi e in particolare verso il nuovo Gruppo ““Uniti per Savona – Lista civica 2.0” chiedendo ospitalità e disponibilità ad accasarsi con la formula del costruttore Caltagirone, sia pur rovesciata come richiesta che ripeteva “ A Frà che te Serve”?

 

E’ noto che la frase “a Fra’, che te serve” è diventata dagli anni Ottanta in poi, un modo di dire per indicare il sistema di potere e corruzione della Prima Repubblica e poi di Tangentopoli. La frase era attribuita, come già detto, al costruttore Gaetano Caltagirone che, si dice, la ripetesse ogni volta che riceveva una telefonata da Franco Evangelisti, dirigente sportivo ma soprattutto politico della Democrazia Cristiana molto vicino a Giulio Andreotti.

Alda sembrerebbe che dica “vengo con Voi, ma vorrei sapere cosa mi date in cambio”; oh Alda, ma sei peggio di Martino, una questuante senza se e senza ma! Ma cosa vuoi che ti diano che non c’è trippa per gatti e non c’è una lira manco per piangere. E allora? E allora sembra che al toc toc di Alda “Co sta pioggia e co  sto vento, chi è che bussa al mio convento”? nei vari Gruppi, le rispondono “Vengo anch’io? No tu no, ma perche`? Perche` no”

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