Area di crisi complessa – Sprint finale in vista delle elezioni

Area di crisi complessa – Sprint finale in vista delle elezioni

Dagli annunci lanciati in questi giorni pare che si siano fatti dei passi decisivi sull’iter di avanzamento della procedura per l’area di crisi complessa del savonese. Il giorno 22 febbraio dovrebbe avvenire la firma dell’accordo di programma con il relativo “Piano di riconversione e riqualificazione industriale”. Gli investimenti tra pubblico e privato dovrebbero ammontare a 200milioni di euro con la creazione di 600 posti di lavoro.

Lo stanziamento dei fondi pubblici che è stato annunciato ammonterebbe a 20milioni di euro

da parte del Governo ed altri 18milioni potranno essere resi disponibili dalla Regione, con il vincolo di essere utilizzati per interventi concreti per ridare slancio all’economia. La Regione a guida centro destra, sembrerebbe però scettica che i 20milion stanziati dal Governo possano trovare impieghi in progetti concreti di sviluppo, visto il vincolo posto sui 18milioni di prerogativa regionale. O meglio i 18milioni regionali li vorrebbe magari dirottare su progetti di proprio gradimento. Non è poi da escludere che in caso di futuri ritardi nell’applicazione dei piani, dovuti ai tipici intralci tra le varie istituzioni, questi fondi alla fine siano utilizzati per finanziare ammortizzatori sociali, contribuendo alle tipiche forme di assistenzialismo italico.

 La CGIL savonese sembrerebbe subito pronta a saltare sul carro dei vincitori, in una trionfale nota stampa del 20 febbraio annuncia “Ora è necessario costruire concretamente il futuro di questo territorio, partendo proprio da questo primo importante tassello, evitando gli errori del passato, monitorando passo passo i bandi e quindi gli investimenti, che dovranno necessariamente servire per ricollocare e riqualificare i lavoratori espulsi dalle imprese negli ultimi anni”.

  

 Giulia Stella (segretario generale CGIL Savona)
 

La CGIL savonese sembrerebbe però omettere il fatto che nei giorni scorsi le trattative per la vertenza Piaggio avrebbero avuto una brusca frenata. Nel vertice presso il Ministero dello Sviluppo Economico del 15 febbraio, alla presenza del Viceministro dello Sviluppo Economico on. Teresa Bellanova (PD – ex CGIL), non sarebbero emersi elementi determinanti che confermino la volontà di Governo ed Azienda a rispettare i precedenti accordi in particolare l’“Accordo del 10 giugno 2014”. La Fiom Cgil di Genova ha pertanto lanciato un monito in tal senso.

 Sul caso Piaggio, a sottolineare il fatto che il vertice non abbia soddisfatto le aspettative dei lavoratori,bisogna rilevare il disappunto espresso da un componente della delegazione che è andata a trattare a Roma al Ministero dello Sviluppo economico e quello più colorito di un lavoratore. (LEGGI QUI)

 Chiaramente il lavoratore farebbe meglio a rivolgere le critiche ai propri rappresentanti sindacali, magari ricercando anche l’appoggio di altri colleghi, piuttosto che al politico di turno.

  
 Granero – Vazio – De Vincenzi – Pinotti – Giacobbe
 

 I sindacati savonesi sono sempre alla disperata ricerca del politico amico, meglio se in campagna elettorale. Questa volta però è andata male ed il Ministro della Difesa Roberta Pinotti (PD) il 20 febbraio ha disertato un incontro con i rappresentanti dei lavoratori della Piaggio in programma a Finale Ligure, a margine dell’inaugurazione di un nuovo circolo del PD. Alla cerimonia erano però presenti i candidati savonesi del PD Luigi De Vincenzi e Anna Giacobbe, candidati al Senato e Gianluigi Granero e Franco Vazio, candidati alla Camera.

 Questo è il risultato dei sindacati che portano avanti le loro vertenze unicamente cercando la benevolenza dei politici amici, senza voler capire, o meglio facendo finta di non capire, che il favore dei politici e delle istituzioni, senza adeguate lotte, pende più a favore delle imprese che non dei lavoratori.

 
 Toti – Rixi – Berrino – Giuliano

Anche i lavoratori di Bombardier, come avevamo già riportato nel precedente articolo del 13 febbraio, sono in attesa di essere convocati dalle istituzioni dopo che le rappresentanze sindacali savonesi avevano inviato una richiesta di incontro lo scorso 5 febbraio. I destinatari della richiesta sarebbero il Viceministro dello Sviluppo Economico on. Teresa Bellanova, la Regione Liguria nelle persone del Presidente Giovanni Toti (Forza Italia) e degli assessori Edoardo Rixi (Lega Nord) e Giovanni Berrino (Fratelli d’Italia), il Comune di Vado Ligure e la Provincia di Savona nella persona di Monica Giuliano (PD) oltre al Prefetto di Savona.

 Il direttore dell’Unione industriali dr. Alessandro Berta avrebbe fatto notare che nel Piano di riconversione vi sarebbero delle incompletezze «Secondo noi non sono specificati tre codici cioè quello che riguarda la produzione di bibite, quello. relativo ai rifiuti per il quale ci sono due manifestazioni di interesse e infine quella relativa alla costruzione di mezzi di trasporto come navali e aerei». (La Stampa 21 febbraio 2018)

 Due delle principali realtà in crisi della provincia (Bombardier e Piaggio) costruiscono mezzi di trasporto e nel documento mancherebbero i riferimenti a queste tipologie di attività produttive, poi mancherebbero i rifiuti altra attività che potrebbe per esempio trovare spazio nelle aree ex Tirreno Power. Poi sembrano mancare dei riferimenti per i finanziamenti per il casello di Bossarino per cui saranno necessarie successive integrazioni.

 Non è che per caso il Piano di riconversione sia stato preparato frettolosamente giusto per soddisfare qualche appetito elettorale?

 

 
 Foscolo – Ripamonti – Bruzzone

 Il centro destra, con i candidati della Lega di Salvini Sara Foscolo, Paolo Ripamonti e Francesco Bruzzone, interviene nelle querelle dell’area di crisi complessa più che altro facendo sterile polemica elettorale piuttosto che avanzando proposte concrete di miglioramento dei piani “Un penoso tentativo di strumentalizzazione elettorale da parte di un Partito Democratico sempre più allo sbando, che prova in maniera vergognosa di prendersi i meriti di un risultato importante per il territorio”. (IVG 20 febbraio 2018)

 

 Evidentemente il centro destra è più interessato ai problemi del turismo o alle compravendite immobiliari per quanto riguarda Foscolo e Ripamonti, o della caccia per quanto riguarda Bruzzone, piuttosto che ai problemi che interessano il tessuto industriale savonese, provincia maglia nera dell’occupazione in Liguria.

 A tenersi lontani dalla disputa sull’area di crisi complessa sembrerebbero i candidati dei 5 Stelle, probabilmente a conferma del loro distacco dai problemi del territorio o perché troppo impegnati nelle verifiche delle loro candidature.

  Calenda

 Dobbiamo rilevare il forfait del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per l’incontro previsto il 22 febbraio in occasione della presentazione dei candidati savonesi del PD e del piano di riconversione. Occasione mancata per lavoratori e sindacati di stringere la mano di un importante esponente del governo.

 Comunque secondo quanto dichiarato dal presidente della Provincia, Monica Giuliano (PD), affinché il piano possa diventare definitivamente operativo i tempi non sembrerebbero brevissimi “Ciascun soggetto potrà non solo ottenere risorse a fondo perduto, ma soprattutto sgravi fiscali e benefit istituiti e sviluppati attraverso un convenzionamento con gli istituti di credito del territorio. Si tratta di una serie di azioni importanti e concrete che, entro i prossimi 36 mesi, finalmente faranno partire gli investimenti” (IVG 19 febbraio 2018)

 Entro i prossimi 36 mesi la Giuliano ed i vari politici di tutti gli schieramenti, sull’area di crisi complessa del savonese, potranno giocarsi anche le campagne elettorali per le elezioni europee del 2019 e delle regionali del 2020, per sindacati e lavoratori non mancheranno le occasioni per stringere mani e ricevere le assicurazioni di rito.

 

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