Nino Ronco, calata Bettolo, Vte, Vado Ligure

 

NINO RONCO, CALATA BETTOLO, VTE, VADO LIGURE.

Il pessimismo che aleggia in Pilotina mette i brividi alla schiena, qui bisognerebbe organizzare una gita purificatrice al Santuario di N.S. della Guardia (tanto lassù un bicchiere di vino bianco secco polceverasco fresco e un piatto di mandilli al pesto si rimedia sempre, con magari un po’ di cima di contorno) per levare quella sindrome negativa che fa venire voglia di toccarsi tanto porta scalogna, già non bastasse il fatto che siamo a Genova e tutto si muove in modo lento, oleoso e defatigante.
Vedremo come si muoverà VADO a partire dal 2019 con le sue

 incompiute infrastrutturali del fuori porto, sentiremo le urla dalla savana dei cittadini vadesi, vittime sacrificali abbandonati al loro destino, assediati pentiti del disastro incombente che per anni ammorberà la loro vita, finché lorsignori si degneranno di attrezzare il comprensorio per rendere morbida la presenza della nuova piattaforma containers in una area orograficamente più che difficile quasi impossibile.

Dal 2020 (forse, ma, se, però …) e solo allora avremo il piacere di ribaltare il corrente Pilotina-pensiero negativo sul destino di Calata Bettolo, le gru sono in viaggio e l’arrivo è imminente, gli allestimenti sono entrati nell’ultimo miglio, speriamo bene anche gli accordi tra soci per traguardare una soluzione sensata. Per ora tutti in attesa della sentenza danese (simulazione manovre portuali) che ci dirà se e quanto la nuova banchina sarà agibile e per quale tipologia di navi. Qui nel frattempo dovrebbe essere pronto quello schifo di progetto di Lungomare Canepa, arido e gretto irrispettoso della città, per cui Bernini dovrebbe essere chiamato a risponderne, visto che è appena sorto l’ennesimo Comitato di cittadini. Sui tempi dei raccordi ferroviari qui stendiamo un velo pietoso (ne riparleremo) per ora d’impeto non resta che bestemmiare.

Quanto al Ronco delle nebbie, dopo 15 anni e ancora 2-3 anni in aggiunta vedremo cosa butterà, sempre che sua maestà Signorini si decida una buona volta di far sgomberare dai detriti l’entrata portuale di Ponente che si affaccia sulla foce del Polcevera, oggi drammaticamente inservibile.

Il VTE pare oggi il terminal più vivace e pronto alla guerra, salvo i drammatici 2 anni (prima fase, programma Ferrovie) per rimediare i binari aggiuntivi per comporre i treni da m.450, salvo sistemare il parco ferroviario per allestire i treni da m.750 in standard europeo (seconda fase) quando nel 2022 il terzo valico dovrebbe essere aperto al traffico. Ma che fatica povero VTE per arrivare a fare quello che un porto realmente europeo avrebbe consentito di fare qualche lustro fa (arrossiscano tutti coloro che non hanno vergognosamente ascoltato ed esaudito le pressanti richieste del management VTE)

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