La prima lettera pastorale

Il vescovo della diocesi di Savona-Noli presenta
la sua prima lettera pastorale
di Selena Borgna
“Sono contento di questa presentazione perchè il giornalismo mi è sempre piaciuto e nella mia lettera pastorale ho inserito la lettera di un giornalista”, ha dichiarato il vescovo della diocesi di Savona-Noli durante la presentazione della sua prima lettera pastorale dal titolo “Cominciando da Gerusalemme per ritrovare il filo della fede”, “e voglio dire che la lettera è uno strumento di lavoro per aiutare la chiesa savonese a raccogliersi intorno al Vangelo. Tutto è iniziato a Gerusalemme e mi trovo molto bene in quella città anche perchè è il cuore di tutto ed occorre partire dall’essenziale aiutando la diocesi con il senso di appartenenza”.
“Mi piacerebbe molto che ci si sentisse un’unica chiesa da Cogoleto a Finale”, prosegue Sua Eccellenza Monsignor Calogero Marino, “ma occorre anche fare chiesa locale per rivalutare la ricchezza delle iniziative locali. Il vescovo è il vicario di Gesù in diocesi e sono convinto che occorra ritrovare il filo della fede mettendo il Vangelo al centro e ciò è un’esperienza di gioia. La cosa più importante per Savona è la scuola di preghiera che si tiene vicino al seminario e le mie priorità sono quelle di fare la chiesa come la famiglia ed il filo della fede”.

“Una delle cose più belle che ho svolto a Savona è stato l’incontro con circa 450 giovani nelle quattro vicarie”, sottolinea il vescovo, “e questi giovani mi hanno scritto delle lettere che ho molto gradito. Ho un buon rapporto con i giovani e le associazioni cattoliche della città e voglio dire che l’opera di Dio agisce in particolar modo nei giovani. I semi piantati oggi sono destinati a fiorire ed è molto importante che i giovani possano trovare adulti capaci di accoglierli. Uno dei miei desideri è quello di prendere le chiavi della comunità cristiana savonese e mi sono recato, poco dopo la mia nomina, al campus e voglio dire che io preferisco essere in strada piuttosto che nei palazzi della curia. La scuola di preghiera di Amadei è per me un esempio da seguire e devo dire che sono contento dei “miei” preti che sento molto vicini anche perchè m’incoraggiano a proporre idee. Svolgeremo incontri mensili di formazione per i preti ed il prossimo sarà il 24 ottobre tenuto dal vescovo di Novara Monsignor Brambilla”.

“Sono convinto che la paura verso i migranti sia enfatizzata”, prosegue Sua Eccellenza, “e sono convinto che vi sia più accoglienza di quella che si vuol far credere. Alcune famiglia savonesi hanno aderito al progetto “Rifugiati a casa mia” attraverso il quale ospitano un rifugiato a casa propria. La paura verso il diverso esiste ed i giuristi ed i giornalisti troppo spesso valutano solamente la crosta delle cose. Occorre andare più a fondo e mi sento di dire che la paura del diverso è anche il femminicidio senza però dimenticare le discriminazioni verso gli omosessuali, gli zingari, le donne e le persone di colore”.

“Occorre essere cauti nell’esprimere giudizi anche se la realtà è dura e sono convinto che la chiesa e la politica devono essere due istituzioni ben distinte. Sono contento del fatto che le più importanti cariche delle città come, ad esempio, il sindaco, il questore, il prefetto e la mia siano tutte di recente nomina permettendoci così di iniziare insieme il percorso. Per me l’idea di ritrovare il filo significa anche far riemergere il vissuto senza però smarrire l’essenziale”, conclude il vescovo Marino.

BS 

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