Agorà e il progetto Ferrando sul litorale di Alassio

 

Agorà e il progetto Ferrando sul litorale di Alassio

Il gruppo Agorà, per voce di Invernizzi, apprende e valuta con molta cautela il progetto dell’Ing. Ferrando, che è stato reso noto nella giornata di ieri. Siamo tutti consapevoli della necessità di una soluzione per mantenere ed eventualmente allungare il litorale di Alassio, ma dagli studi commissionati negli anni dal Comune abbiamo imparato che a realizzare opere fisse perpendicolari alla riva si rischia di modificare il flusso del materiale sabbioso, che si muove longitudinalmente rispetto alla riva; esempio concreto ad Alassio è la Berma del torrione, proprio nella zona interessata dal progetto. 
Il litorale di Alassio è di origine naturale, formatosi grazie a 4 fonti di apporto di materiale oggi compromesse dall’operato dell’uomo. In ordine di importanza:
La prima fonte di apporto del litorale Alassino è il materiale proveniente dal fiume Merula, oggi quasi annullata dalla costruzione del Porto di Andora, che ferma quasi l’85% del materiale.
La seconda fonte erano le rocce di arenaria della discarica di Capo mele, oggi esaurite.
La terza fonte di apporto di materiale erano i 12 rii presenti sul territorio Alassino, oggi quasi totalmente tombinati .
La quarta è il fiume Centa, oggi quasi annullata dall’autorizzazione all’escavazioni delle ghiaie.
Come si può apprendere la mancanza di apporto continuo di materiale ha compromesso l’equilibrio del nostro litorale, facendolo cadere in una fase continua di erosione accentuata anche dall’innalzamento del livello delle acque marine. Nel corso della mia esperienza personale di assessore al Demanio, alcune volte proprio per cercare di risolvere il problema della profondità del nostro arenile, ho sposato soluzioni che poi in alcuni casi si sono rilevante non efficaci.
Proprio per questo motivo userei la massima cautela ad intervenire con opere di difesa a mare, anticipandole, come mi ha sempre consigliato il professore Pranzini – una delle massime autorità nel campo dell’ingegneria e geologia Marina in Italia – con delle prove in vasca, che riproducano l’effetto positivo o negativo che l’opera ha nell’intero paraggio di Costa.
 
Oggi l’associazione Bagni Marini di Alassio, collaborando con le varie amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni, ha portato avanti un progetto importante che è il tecnoreef, oggi arrivato alla fase conclusiva per quanto riguarda l’iter di approvazione; a mio avviso, visti gli studi, è una soluzione che può garantire una buona protezione per il nostro arenile, che comunque andrebbe aiutata con un’opera di ripascimento strutturale con materiale proveniente da fuori, andando a compensare quell’apporto di materiale che la natura non riesce più a fornire, per le motivazioni sopra evidenziate. Il beneficio ottenuto andrebbe poi mantenuto con opere di ripascimento stagionali, sempre con materiale proveniente da fuori e non reperito con il metodo della Sorbonatura, anch’esso modificativo dei normali apporti sulla riva di materiale.

Studi comprovati sulla metodologia di ripascimento evidenziano come la Sorbonatura crei delle depressioni sui fondali, andando a modificare le batimetrie provocando l’effetto ansa sulla linea di riva.
Auspico che l’amministrazione che succederà a quella attuale abbia un impegno importante e convinto sul l’importanza che riveste il nostro litorale su tutto il tessuto socioeconomico della nostra città e investa tempo e denari per la sua conservazione, senza inventarsi cose strane ed appoggiando la locale associazione dei balneari sui progetti portati avanti in questi anni, non per tornaconti personali legati ad una categoria ma per il bene di tutto il tessuto cittadino.
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