Altre anomalie dal 2006 al 2010

ATA
Se dal 2006 al 2010 qualche anomalia è stata commessa (di seguito ne elenchiamo qualcuna) perché, in nome della trasparenza, non viene resa pubblica la situazione degli anni successivi?
Dal 2011 ad oggi tutto sarà stato regolamentare, ma visto che il neo presidente Garassini ha invocato più volte la trasparenza e che in Ata dal 2006 al 2010 qualche anomalia è stata commessa (di seguito ne elenchiamo qualcuna) sarebbe interessante per i savonesi venire a conoscenza della situazione degli anni successivi.
Purtroppo con la commissione d’inchiesta secretata sarà un privilegio di pochi e ai savonesi non resta che pagare.
 Ecco dalla relazione della Corte dei Conti alcune anomalie riscontrate nella gestione dell’azienda:

– Nel 2006, per risolvere il rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un dirigente, invece del pagamento di 12 mensilità pari a 103. 294 ai sensi dell’art.35 del CCNL, venivano elargiti 180.000 euro con la somma maggiore corrisposta che non trova alcuna giustificazione contrattuale.  

 – Non venivano rispettati i decreti della finanziaria del 2008, che stabiliscono che chi è consigliere comunale o assessore, o anche dirigente o responsabile di ufficio, non può avere un incarico in una partecipata di servizi pubblici locali dello stesso Comune   

 – Dal 2006 al 2008 uno stesso dirigente ricopriva il doppio incarico di Direttore generale del Comune di Savona e di Presidente e amministratore delegato di A.T.A. con ingiustificato aggravio per l’erario relativamente agli oneri connessi al trattamento previdenziale dell’interessato. 

 – Nel corso del periodo esaminato, Ata ha fatto più volte ricorso a consulenti esterni, soprattutto per quel che riguarda consulenze legali, fiscali e consulenze tecnico amministrative prestate da altri professionisti. 

Per importi  complessivi:

• nel 2006 € 96.893,32;

• nel 2007 € 79.919,00;

• nel 2008 € 115.478,28;

• nel 2009 € 98.413,58;

• nel 2010 € 146.270,39.

Gli importi assoluti rimangono, in ogni caso, elevati.

La Corte dei Conti ricorda che il conferimento degli incarichi di consulenza, da parte delle aziende pubbliche, deve essere legato all’effettiva utilità delle stesse, in relazione all’attività aziendale, poiché il venir meno di tale requisito, comporta un peggioramento della situazione economica e, di conseguenza, un danno patrimoniale agli enti pubblici soci e, in ultima istanza, alla collettività.

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