Comuni-CARE

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Aspetti comunicativi tra operatori e pazienti nel lutto perinatale
“Le parole fanno la differenza e le frasi devono essere usate con attenzione, soprattutto in casi delicati come il lutto pre e perinatale”, ha dichiarato il dottor Morese in occasione del convegno Comuni-CARE per favorire la sensibilizzazione sul lutto pre e perinatale tenutosi ad Albenga presso la sala del consiglio comunale, “e troppo spesso le reazioni inconsce portano all’imbarazzo, così come gli atteggiamenti chiusi degli operatori, che troppo spesso si trovano ad affrontare situazioni di rabbia e negazione da parte dei genitori colpiti dal lutto. Noi operatori non abbiamo mai una seconda occasione per dare la prima buona impressione e voglio ricordare come una buona relazione con la madre in lutto sia necessaria.
Non dobbiamo sottovalutare la perdita perché essa appartiene a chi l’ha subita e voglio ricordare che ogni bimbo è unico e che il lutto e la sua elaborazione dipende soprattutto dagli operatori”.

Simili le parole pronunciate dalla dottoressa Gemma Picciarelli, che ha sottolineato :”Gli operatori devono sapere come assistere la famiglia e la corretta assistenza getta la base per l’elaborazione del lutto e in tutto questo la figura dell’ostetrica è fondamentale. Molti genitori desiderano vedere il bimbo e poter passare qualche momento con lui e, per chi lo desidera, le volontarie dell’associazione Ciao Lapo che si occupa di assistere i genitori in questa fase difficile della loro vita preparano una “memory box” che contiene una copertina, un libro, una cornice per riporvi la foto del bimbo e un kit per le impronte delle manine e dei piedini”.

“La sala scelta per questo convegno è molto simbolica perché qui si tengono i consigli comunali, che decidono per la città, e ciò mi fa venire in mente la speranza e capire cosa possiamo fare”, ha evidenziato il ginecologo Sergio Abate, “e il mio pensiero va al Regno Unito ed al fatto che all’inizio del secolo scorso le donne, dopo aver ottenuto il diritto di voto, diventarono alleate dei liberali, che salirono al potere, e fecero il possibile affinchè tutte le donne potessero curarsi nei primi tre mesi di gravidanza soprattutto per scoprire eventuali malattie cromosomiche del feto, come la Sindrome di Down. Occorre, ancora oggi, dare informazioni per ridurre il più possibile le morti materne e certe informazioni molto importanti come, ad esempio l’altezza del bambino, possono anche variare a seconda dell’etnia del bambino. Occorre sempre effettuare una visita alla 36 settimana di gravidanza subito prima del parto e voglio ricordare come in questi ultimi anni la posizione della donna sia cambiata molto e credo che le donne possano stimolare i cambiamenti”.

“I lutti pre e perinatali non elaborati possono colpire gli altri famigliari e i bambini già presenti in famiglia”, ha posto all’attenzione la psichiatra Anna Barlocco, “portando all’aumento di suicidi e perdite precoci. Per la mamma il bambino è parte di sé e troppo spesso i lutti non elaborati tornano portando anche a successive depressioni post-partum e psicosi puerperale con deliri di persecuzione e possessione. La vera elaborazione del lutto, in ogni caso, si ha quando si riesce ad essere veramente felici”.

“Quando avviene un lutto pre e perinatale possono verificarsi tre situazioni: ci sono già figli in famiglia, vi è un gemello sopravvissuto oppure altri bambini verranno dopo”, ha dichiarato la dottoressa Laura Pasero, “e in tutte e tre le situazioni occorre affrontare al meglio il lutto. I fratelli già presenti percepiscono la gravidanza della madre e, in alcuni casi, possono esserci sentimenti di colpa se non si desiderava il fratellino o la sorellina in arrivo poi deceduto. Per ciò che riguarda i gemelli sopravvissuti è comunque una prova dolorosa per i genitori ed il gemello stesso che si è salvato perché il tempo trascorso nell’utero materno resta in noi con la memoria implicita. I figli nati dopo, nella maggior parte dei casi, restituiscono la vita ai genitori, ma può anche succedere che siano invisibili ai loro occhi e acquisiscano una ridotta capacità di riconoscere la salute del figlio preoccupandosi eccessivamente quando cresce e vedendo il nuovo figlio come un rimpiazzo del precedente perso troppo presto”.

Il ginecologo Davide Buffi ha ricordato come “spesso c’è sconforto ed ogni coppia ha il suo percorso e che occorre, in questi casi, aiuto e sostegno senza dimenticarsi delle indagini mirate e il sostegno psicologico sia più importante di quello medico”.

“Io accolgo la vita tutti i giorni ed occorre aiutare le coppie con il lutto”, ha sottolineato l’ostetrica Annalisa Parodi, “e la cosa importante è quella di non aver paura ad essere aiutati e da parte dell’operatore occorre tuttavia dare tutti i tipi di assistenza possibile”.

“Se guarisce, il medico è un eroe”, ha messo in evidenza il dottor Fulcheri, “ma i medici non sono preparati a dare cattive notizie. Non abbiamo le basi culturali e occorre adattarsi, ma non c’è bisogno della retorica e di grosse parole”.

“Non si discute la causa della perdita, ma la modalità di accudimento dei genitori e voglio ricordare come, nonostante tutto sia molto difficile parlare della morte”, ha concluso la presidentessa dell’associazione Ciao Lapo.

SELENA BORGNA

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