Sanità: tutto bene madama Dorè?

PATTO DELLA SALUTE
I suoi effetti rimarranno avvolti nel mistero
 fin dopo le elezioni regionali?
Unica consolazione il fatto che, probabilmente, il patto
bloccherà la speculazione edilizia al Santa Corona
Volentieri ritorniamo sulle tematiche del “Patto della Salute“, per analizzare la ricaduta che avrà sul territorio savonese l’applicazione dei suoi contenuti non appena diventerà operativo.
E’ fuor di dubbio che tutti i cittadini della Provincia non si rendano ancora conto delle limitazioni e dei tagli che ricadranno sulle strutture ospedaliere già operanti sul territorio. Sono cambiamenti epocali che i cittadini subiranno sulla loro pelle, senza che nessuno, a parte “Uomini liberi” che almeno ci prova, vi porti a conoscenza delle intenzioni reali, nemmeno la Regione a partire dal Presidente Burlando all’Assessore Montaldo. La riservatezza di non divulgare…
questo DPCM dell’Agosto 2014..LEGGI… tenerlo il più a lungo possibile sotto silenzio è inconcepibile e inaccettabile.

Con questo grafico e i dati che riportiamo è ancora più esplicito e semplificato capire quale potrebbe essere la soluzione migliore per salvaguardare al meglio la  salute dei cittafini. 

 Partendo dal bacino di utenza del territorio cioè dalla distanza chilometrica per raggiungere l’ospedale più vicino, sarebbe interessante conoscere il parere dei cittadini visto che sono loro i diretti interessati.

Se qualcuno vuole intervenire  e darci il suo parere sulla soluzione migliore …Scriveteci … o commentate l’articolo.

Certo sarebbe interessante sentire la voce del Direttore Generale Neirotti illustrarci cosa prevede effettivamente il Patto della Salute e spiegarci le scelte che verranno operate:

 Quali ospedali inevitabilmente saranno ridimensionati? 

 Che ruolo avranno sul territorio e che servizi forniranno?

 Quale ospedale verrà smantellato, chiuso o accorpato?

 Ci sarà un dibattito aperto oppure no?   

 Tutto rimarrà avvolto nel mistero delle chiuse stanze del potere fin dopo le elezioni regionali?

Purtroppo quello che oggi molti percepiscono è che gli interessi sono tutti convergenti sul Santa Corona di Pietra Ligure, ad iniziare dai  tanti politici (meglio dire politicanti allo sbaraglio) che si sono battuti e continuano a spendersi in questo senso (volutamente omettiamo i loro nomi);  è risaputo che è stato elaborato e predisposto un progetto immobiliare che muove enormi interessi.

 Il Sindaco Valeriani pensava già alle ricadute che avrebbe avuto il suo Comune con una riqualificazione di tutte le aree del Santa Corona che prevedeva la realizzazione di una struttura sanitaria con annessa una parte di residenziale in riva al mare, ma il diavolo ci ha messo lo zampone ed è arrivato lo tsunami del “Patto della Salute” che di fatto vanifica e rivoluziona tutti gli artifici messi in essere per questa nuova  speculazione-cementificatoria.  Sono cambiati i parametri  che mutano le condizioni preesistenti e sarà complicato riuscire ad avviare il potenziamento del Santa Corona. Insomma è saltato il banco.

Non sappiamo se hanno preso atto di queste novità i candidati Paita del PD, il candidato Rixi della Lega Nord, e meraviglia delle meraviglie I cinque stelle  genovesi (che nelle loro riservate riunioni hanno condiviso e sposato le tesi dei  loro referenti: due medici).  Abbiamo seri dubbi che siano a conoscenza di che cosa si parla, visto la disinvoltura e leggerezza manifestata col loro totale consenso  alla  realizzazione di  questa speculativa  operazione “sanitaria-immobiliare“ di Santa Corona. Per nostra fortuna i 5 stelle di Pietra Ligure e di Savona non la pensano allo stesso modo e lottano per bloccare questa speculazione edilizia legata ai servizi dell’ospedale

Nel frattempo l’ex Sindaco di Pietra Ligure, De Vincenzi, Paitiano di ferro, fa pesare i suoi voti, chiedendo una candidatura in Regione per gestire in prima persona tutta la speculazione del Santa Corona.

 Che dire degli altri protagonisti:

il ConsigliereTarzan Melgrati che per primo ha lanciato uno straziante urlo di dolore a difesa del Santa Corona, facendo adirare il neo Consigliere Regionale Barbero, padre-padrino dell’ospedale di Albenga, che si interroga su cosa ne sarà dell’ospedale.

Può stare tranquillo ci penserà la cordata privata che fa capo alla GLS del gruppo Albani, che incredibilmente detiene 50 posti letto convenzionati all’interno di una struttura pubblica, l’Ospedale di Albenga, a cui la Regione ha assegnato un budget  annuo di circa 19 milioni di euro, a fronte dei 3 milioni di euro per i 30 posti, sempre convenzionati, presso la Clinica San Michele di Albenga.

– Miceli a cui i Primari hanno prescritto una cura di 30 gocce ogni 12 ore di Lexotan per renderlo mansueto se non sarà più partorita l’operazione “sanitaria-immobiliare” del Santa Corona, e se perderà la prebenda di 10mila euro al mese da Consigliere.

– Rambaudi, alla quale la Paita ha tolto il sonno con la scelta di voler eliminare il listino. Sappiamo che sono già iniziate le manovre da parte dei vari Li Calzi e dai vertici dirigenziali delle Cooperative per mettere insieme plotoni di truppe cammellate ed extracomunitari da portare al votare.

– Marsella che ha avuto l’unico suo momento di gloria su La Stampa nel cercare di difendere i Primari; da portaborse qual era, ora guadagna anche lui 10mila euro al mese come consigliere.

– Boffa, salito alla ribalta e agli onori della cronaca per essere un Grande anzi un Grandissimo elettore del futuro Presidente della Repubblica. Tutta la Valbormida verrà mobilitata in una colletta per ergere, a futura memoria, una statua da installare sulla piazza raffigurante Boffa che aleggia su una nuvola di cenere di carbone di Bragno. Per ora per lui una sostanziosa pensione.

Torterolo indagato perché scivolato sul babà al rum, forse era un bignè alla crema, o no, erano tanti chantilly, comunque stare in Regione è un bel “dolce” passatempo da 10mila euro al mese.

Non resta altro che capire se buona parte dei cittadini, all’oscuro di questa mercificazione a scapito della salute, abbiano voglia di far sentire con forza la loro voce di protesta, o se diversamente vogliano rimanere inerti, passivi, accettare e condividere tutto in modo silenzioso, chinare la testa, non protestare. Noi non siamo e non intendiamo essere dei soloni ma ci chiediamo chi ha il coraggio di dire: tutto bene madama Dorè.   

 

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