CARISA – CARIGE. Roberto De Cia risponde a Lirosi

Lirosi e la voglia di “strafare”.
Leggo, con un certo rincrescimento, la nota che l’Assessore Lirosi invia al vostro blog, sulla questione Carisa – Carige. Non avrei voluto intervenire sulla vicenda, non fosse altro perchè finì nel modo che tutti sappiamo e che per quelli come me si opposero, fu una dignitosa forse, ma netta sconfitta. Non avrei voluto riportare alla memoria dei savonesi, nè lo faccio in questa occasione, che ci furono clamorosi voltafaccia che in effetti ribaltarono e a mio parere, tradirono la volontà  della Città. 
Non voglio qui ripercorrere tutte le tappe della vicenda nè enunciare i nomi di chi si “opponeva” alla acquisizione a poco prezzo di Carige (quella di Berneschi) per poi avere, guarda caso, un ruolo preminente nella stessa Banca appena (s)venduta. I nomi chi vuole li trova nella storia della Ca.Ri.Sa post vendita e si faccia le sue opinioni. E’ invece veramente ai limiti ” della realtà'” che l’ex sindacalista CISL bancari Lirosi, oggi dica: “l’avevo detto”. Tutto è sopportabile nella vita, non l’ipocrisia e la malafede. La persona che ho citato, che ha avuto poi e che ha rilevanti ruoli istituzionali, si è ben guardato dall’esporsi nella battaglia contro “il Genovese” Berneschi. Per dirla tutta, ha prontamente, da quel “caporale” che spesso sembra essere, tirato i remi in barca appena sono arrivati i nuovi “padroni”. Sfido Lui e chiunque, anche pubblicamente, a rimembrare l’atteggiamento avuto come Consigliere Comunale dell’allora minoranza centrista nel Consiglio Comunale di Savona.

In realtà chi oggi afferma: “l’avevo detto” era all’epoca impegnato a capire quale convenienza avrebbe avuto personalmente. Altro che “paladino della battaglia per l’autonomia di Carisa”. Fu invece un silente “tradimento” degli interessi di Savona e della, allora, Sua Banca.

Sono sempre interessato a confrontarmi pubblicamente con l’Assessore, se vorrà portandomi dietro i resoconti giornalistici e le cronache, oltre alle delibere degli organi istituzionali dell’epoca.

Roberto De Cia

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