Il Ponte tra Corso Ricci e Via Saredo in ricordodegli esuli Giuliano-Dalmati

Da sabato 16 febbraio Savona ha un luogo che ricorda l’esodo dei 350.000 dai confini orientali italiani: il Ponte “Esuli Giuliano-Dalmati”, tra Corso Ricci e Via Saredo. L’intitolazione è stata organizzata da ANVGD, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia”, con ANED, ARCI, Caritas, ISREC e Fondazione Migrantes.

Alla presenza delle Autorità civili e militari dello Stato, sono state scoperte le targhe poi benedette dal Vescovo. Il Comune era rappresentato dall’Assessore ai Lavori Pubblici Pietro Santi che tanto si è speso per seguire il lungo iter di intitolazione.

In conclusione Adriano Sansa, magistrato, poeta e ex sindaco di Genova, ha tenuto un breve discorso. Istriano, figlio di Pola,  le vicende storiche legate all’esodo le ha vissute sulla sua pelle. -Eravamo italiani esuli in Italia. Eppure la prima accoglienza non fu bella.. Un cartello ci aspettava appena scesi dal treno. “Fuori i forestieri” . Poi, poco a poco, le cose cambiarono e lentamente arrivò l’accettazione.. Gli esuli si sono sempre distinti per compostezza, riserbo, laboriosità. Non dimenticavano, soffrivano ma mai un piazzata. I vecchi dicevano a noi ragazzi  di comportarci bene con tutti. Faticosa è la strada del riconoscimento, i negazionismi continuano, ci sono state anche scomposte contestazioni a quanto hanno affermato due Presidenti della Repubblica. Ma noi guardiamo avanti e apprezzo quello che avete scritto voi savonesi su questa targa.[il riferimento è a un cartellone esplicativo] Un ponte è segno di unione ed amicizia, perché il passato va ricordato senza rancori o rivalse ma con la lucidità di un sereno giudizio storico.-

In conclusione Autorità e pubblico sono stati invitati ad un rinfresco offerto dal Comitato Provinciale di ANVGD.

 Walter Lazzari

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