Il film della settimana: L’urlo dell’odio (Edge)

L’urlo dell’odio (The Edge), di Lee Tamahori, con Anthony Hopkins, Alec Baldwin, Elle Macpherson, drammatico, 115 minuti. Produzione Usa e Canada.

Il miliardario newyorchese Charles Morse (Antony Hopkins) insieme alla  moglie,  il fotografo di moda Robert Greene (Alec Baldwin) e il suo assistente, partono per l’Alaska con un idrovolante.

E’ un viaggio di divertimento e di lavoro, che si desidera svolgere  attraverso l’esplorazione  delle bellezze naturali del posto e una attività fotografica di tipo artistico.

Una volta giunto a destinazione il gruppo soggiorna in una Baita, posizionata sulla costa di uno splendido  lago cui fanno da cornice suggestive montagne imbiancate.

Il fotografo Robert scruta subito cosa potrebbe interessargli per il suo lavoro, e rimane  colpito da un ritratto raffigurante un anziano indiano in costume tradizionale. Robert chiede al proprietario della Baita se quell’uomo è ancora in vita e se si dove è possibile incontrarlo, gli viene confermato che si trova  in un villaggio non proprio vicino alla Baita. ma raggiungibile con l’idrovolante. Robert desidera fargli un servizio fotografico, e si reca quindi con Charles e il suo assistente verso il luogo indicato, lo fa a bordo di un idrovolante.

Durante il tragitto il piccolo aereo si scontra con uno stormo di uccelli. L’impatto fa perdere al pilota il controllo del mezzo. La piccola elica risulta gravemente danneggiata e l’aereo non può quindi a quel punto che precipitare. Un po’ fortunosamente  andrà a impattare sopra la superficie di un lago, immergendosi. Il pilota perderà la vita, mentre Charles, Robert e il suo assistente sopravivranno.

Il luogo però è isolato e pericoloso per via della presenza di orsi assai aggressivi, di grande stazza, che se affamati possono attaccare anche gli uomini in un duello impari. La lotta per la sopravvivenza sarà resa ancora più difficile dal fatto che Greene è l’amante della moglie, modella,  (Elle Macpferson) di Charles Morse, e che proprio durante quel soggiorno infernale tra gli orsi assassini il miliardario Charles Morse verrà a saperlo.

Scritto dal grande regista e sceneggiatore  David Mamet  L’urlo dell’odioè un film affascinante, per niente banale, che fa dell’avventura naturalistica e sentimentale,  un gioco di metafore interscambiabili, dal sapore intrigante  nel senso e nell’emotività, dove una, l’avventura naturalistica, cerca di spiegare meglio l’altra, il sentimento erotico, e viceversa, lungo un gioco di complementarietà significante di ottimo gusto.

Numerose similitudini qua e là, anche enigmatiche,  si avvalgono  di un figurato catastrofico di provenienza inconscia come non possono fare a meno, di fatto, molte passioni umane.

Splendida fotografia naturalistica dell’Alaska. Da antologia la scena dell’incidente aereo e le ripetute rincorse tra i boschi per salvare la  vita o il pasto, con rispettivamente, da una parte i tre superstiti,  e  dall’altra l’instancabile, intelligente, orso famelico.

Fredda la critica che non ha gradito il modo di recitare dei due attori, protagonisti maschili, sottovalutando però altri aspetti fondamentali del film come lo spessore filosofico ed esistenziale dato alla sceneggiatura,  cosa rara in un film d’azione, e che porta la firma del grande David Mamet.

  Biagio Giordano

 

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