I socialisti savonesi maltrattati nella composizione delle liste elettorali

SOCIALISTI SAVONESI
Sempre meno, sempre più divisi
 Per questo vengono maltrattati nella composizione delle liste elettorali
Il 10 dicembre, a Villa Cambiaso si è svolto il Congresso Provinciale della Federazione Socialista di Savona e nonostante il loro scopo sia quello di tornare ad essere parte attiva della Politica della Provincia, impegnandosi per la risoluzione delle problematiche del territorio, appaiono sempre più divisi.
Diamo un’occhiata alle liste elettorali:
 
 Una parte dei socialisti (quelli di Nencini) si presentano in coalizione col PD nella lista “Insieme” ma di socialisti savonesi c’è solo Marina Lombardi con poche possibilità di essere eletta.
 La Lombardi, grazie a Nencini è la segretaria di un partito che a Savona vale qualche decina di voti.

Un’altra parte del PSI (quella craxiana) si candida con Leu e, dopo l’uscita dalla lista di Marco Pozzo, di socialisti savonesi neanche l’ombra. E neppure lo stesso Bobo Craxi se la passa meglio se è vero quello che ci ha confidato Pozzo, che i vertici savonesi del partito non gradirebbero, durante la campagna elettorale, la visita a Savona del figlio di Bettino.

Esiste anche il NPSI ma a Savona è rappresentato solo dal duo Aldo e Alberto Marabotto. Alberto è consigliere comunale eletto nella lista “Vince Savona” dopo un cambio disinvolto di schieramento.

 C’è poi il gruppo di “Futuro e socialismo” che ha come rappresentante a Savona l’ex Consigliere Carlo Frumento.
Rispetto agli altri gruppi socialisti ha più seguaci ed è più autonomo.
Alle elezioni comunali di Savona, nelle primarie, era stato decisivo per la vittoria della Caprioglio.
Nelle elezioni del 4 marzo volevano appoggiare la lista “Noi con L’Italia” schierata con il centro destra ma l’ultima versione del logo del partito in cui appare lo stemma della democrazia cristiana ha creato tra di loro molto imbarazzo.

Il guru socialista Giorgio Gambaro, interpellato telefonicamente, ci ha dichiarato che aborto, divorzio, bio-testamento e diritti civili hanno poco a che fare con l’UDC e crede che un rinnovato impegno LIB LIB affrontato nel 1979 da Intini e Bettiza potrebbe essere la nuova via da seguire anche con pezzi di partiti “moderati”

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