Dal 3% al 9% la progressione da mal di testa in FDI

Le grandi accelerazioni numeriche, al pari delle decelerazioni sono una costante della politica moderna, i partiti “liquidi” per rubare letteralmente un’espressione a Zygmunt Bauman, mostrano la loro fragilità nel momento discendente della curva della parabola del consenso, si sciolgono rapidamente come un gelato, e la loro forza nella parte ascendente, lievitano come la pasta della pizza. Manca il fattore costanza, questo si che servirebbe alla politica italiana per strutturare partiti politici utili agli interessi dei cittadini. Ma al fattore costanza piace viaggiare in compagnia, con: formazione, esercizio pratico, programmazione, strategia … etc.

Ingredienti mancanti su tutti fronti del ventaglio politico nostrano.

E’ bastato un aumento di due terzi, nelle percentuali dei sondaggi liguri, per scatenare la guerra tra Genova e Imperia nel partito dei Fratelli d’Italia. A farne le spese! Ovviamente La Spezia e Savona, le provincie oggi prive di punti di riferimento organizzativi. Una pare marginalizzata, l’altra schiacciata.

E’ della settimana scorsa il cambio del vertice della piramide, esce Massimiliano Iacobucci entra Matteo Rosso, si parla tra l’altro sempre di commissari quindi di responsabili calati dall’alto e mai scelti dalla base. Ma il momento è delicato, mancano due mesi alle elezioni regionali, e se i miracoli della crescita elettorale sono stati fatti da Giorgia Meloni, in Liguria a stare dietro agli avvicendamenti si rischia solo di perdere del tempo prezioso.

Ma, restiamo a noi! In provincia di Savona il tema della partita di calci e pugni tra Genova e Imperia, abbiamo detto rischia di schiacciare Savona, dove le forze del partito si stanno dividendo lungo un’asse orizzontale, senza tenere da conto un secondo asse che, invece è verticale e la naturale vocazione storica del Piemonte a cercare uno sbocco al mare. Infatti Savona interessa infrastrutturalmente tantissimo a Cuneo, Alessandria, Bra, Marene, Alba, Asti, Torino, insomma a quel Piemonte per cui non contano le “guerre tra bande” ma guarda economicamente ai territori confinanti come opportunità di sviluppo.

Questa, è una chiave di lettura fondata sui contenuti che dovrebbe avere la proposta elettorale savonese di FDI per le prossime elezioni regionali, in pratica: niente risse ma più sostanza. Vertici di FDI, avete riflettuto per quale motivo quel 6% in più di cittadini vi dovrebbe votare? Perché l’interrogazione contraria è: con quale velocità vi potrebbero togliere quel 6%? Considerate le oscillazioni fluttuanti del “mercato politico” avreste una durata veramente breve, sareste veramente “liquidi”.

Cari commissari Genovesi e Imperiesi, strutturate bene e presto la proposta elettorale per Savona e La Spezia, altrimenti … saranno “Meloni”.

Condividi

Lascia un commento