Costa Luminosa a Savona, contagiati a bordo

E’ terminato in porto a Savona il viaggio della Costa Luminosa che, dopo aver sbarcato a Marsiglia alcuni passeggeri affetti da Covid-19, ha portato in Italia 718 passeggeri di cui 165 italiani e 800 membri dell’equipaggio. 84 persone hanno trascorso l’ultima parte del viaggio in isolamento obbligatorio perché sintomatici. Così dopo ore e ore di attesa, e al termine del sopralluogo dell’Usmaf – la sanità marittima – a bordo, i primi passeggeri italiani imbarcati sulla Costa Luminosa hanno cominciato a scendere secondo un complesso protocollo stabilito in Prefettura che prevede la divisione in due momenti diversi dello sbarco dei cittadini italiani. Entro stasera scenderanno e saranno trasferiti 110 italiani residenti in parte in Liguria e in parte nelle altre regioni del centro e nord Italia, e 87 cittadini svizzeri il cui trasferimento protetto verrà effettuato dalla Confederazione elvetica. Con loro viaggeranno anche due venezuelani, residenti in territorio elvetico. Tutti i trasferimenti avvengono con trasporti protetti, organizzati dal sistema della Protezione civile regionale e nazionale con la Croce Rossa, in collaborazione con Costa Crociere. Domani mattina è previsto un analogo trasferimento per altri 57 italiani residenti nel centro-sud del Paese seguiti da 276 passeggeri cittadini europei. Domani sera verranno fatti sbarcare altri 63 italiani, a bordo resteranno i passeggeri e la parte di equipaggio i cui Paesi hanno chiuso i voli. Chi resterà sulla nave sarà gestito dalla protezione civile nazionale. E sarà l’ultima crociera per molto tempo. Stamani a Genova infatti ha attraccato Costa Pacifica, l’ultima nave da crociera a entrare nel porto di Genova prima dello stop alla navigazione. Ma non è l’ultimo attracco: è ancora per mare Costa Victoria, cui il governatore del Veneto Zaia ha negato l’attracco. “Abbiamo dato la nostra totale indisponibilità all’attracco a Venezia – ha detto -. Non perché siamo dei lazzaroni e non sappiamo che cosa è la solidarietà ma perché, sapendo che a bordo ci sono 1.400 persone, non sappiamo quanti possano essere eventualmente i contagiati e abbiano bisogno di cure serie. Non siamo nelle condizioni di far sbarcare queste persone e garantire loro in maniera seria la sanità perché siamo in emergenza”. (ANSA).

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