COMUNICATO PCL

Il PCL savonese risponde alla deriva di accondiscendenza leghista dell’amministrazioe uscente:  All’improvvisato “public management” di Berruti è necessario opporre un modello burocratico-amministrativo solido e trasparente.
 In attesa di un confronto diretto con gli esponenti del centro-sinistra e della destra savonese Simone Anselmo, candidato sindaco del Partito Comunista dei Lavoratori e i candidati al consiglio comunale intendono chiarire la propria posizione in merito alla visione politica del ruolo degli Enti Locali in Liguria e, in particolare, nel comune di Savona.
 
È fondamentale, alla vigilia del confronto elettorale del maggio 2011, insistere sulla necessità dell’affermazione di una forza politica concreta e alternativa in grado di opporsi alle conseguenze inevitabili del cosiddetto “federalismo demaniale” e dell’affrettata modifica del Titolo V della Costituzione varata dal centro-sinistra, in conclusione di legislatura, cinque anni fa.
 
All’interno del quadro di deficit democratico dell’Unione Europea, non è possibile confrontarsi con le urne senza affrontare questi temi.
Soprattutto oggi e soprattutto a Savona, dove l’amministrazione uscente del sindaco Federico Berruti ha dimostrato, in maniera abbastanza qualunquistica, di accondiscendere ad una logica meramente quantitativa di taglio, tutto sommato, di matrice leghista.
 
Prima di valutare la ri-candidatura di Berruti è necessario, a nostro avviso, che l’amministrazione uscente palesi la realtà dei conti del bilancio comunale. In particolare riguardo tre punti:
 
– Le dismissioni di importanti proprietà comunali, come nel caso del palazzo della Banca d’Italia di Piazza Mameli, il cui incasso viene utilizzato per la gran parte per le spese correnti, anziché per investimenti (cediamo i gioielli di famiglia per pagare il panettiere sotto casa, in sostanza);
 
– il bilancio che presenta come poste attive l’importo di vendite di altri gioielli di famiglia (l’eterno Palazzo Pozzobonello, ad esempio) che non sono venduti, ed i cui importi (di conseguenza) non sono mai stati incassati;
 
– la quantità esatta di titoli “a rischio” (i cosiddetti SWAP) presenti nel bilancio del Comune di Savona, con una relazione pubblica sull’andamento effettivo dei titoli (insomma, quanto ci ha rimesso e rimette il Comune rispetto a questo tipo di operazioni?).
 
Ricordando, infine, che in caso di crack dovrà essere chiaro che dovrebbero essere chiamati a risarcire e rispondere in solido gli amministratori e i funzionari che l’hanno provocato (nel caso degli SWAP ci saranno pure degli atti e dei contratti firmati da qualcuno).
 
 
Un’alternativa, oggi, è possibile. Il Pcl lavora per un risposta concreta.
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