Celle Ligure. Bertoldi: “c’è differenza tra Mugugno e pubblica denuncia”

Cellesi, siete anime semplici e non è un’accusa. Da sempre voglio un bene esagerato al mio paese ed ai suoi abitanti, ma da un po’ di tempo a tale sentimento si è associato una forte nostalgia della cultura passata, quando alla semplicità dei rapporti, delle parole, dei gesti, della vita tutta, si affiancava un acume tutto particolare nel capire i fatti, le persone, gli intendimenti.

Ce ne sarebbe un gran bisogno oggi, in questo momento, perché capire dopo i fatti non salva dai loro effetti.

Ce ne sarebbe bisogno per distinguere il piccolo dal grande, il marginale dall’essenziale, il superfluo dal necessario, il fastidioso dal pericoloso, l’urgente dal differibile, ma soprattutto il voluto dal casuale.

Questa capacità consente di catalogare individuando con più precisione le categorie e gli elementi. Consente di non infilare nello stesso sacco cose del tutto diverse.

Mugugno e pubblica denuncia non sono parenti. Si mugugna per le aiuole mal tenute, non per il malaffare: questo lo si denuncia.

Mugugnare continuamente per la stessa cosa può portare a favorevoli effetti ma, di solito, stanca. Denunciare le gravi, pericolosissime, fatali, distorsioni del sistema politico e amministrativo, nonché gli eversivi condizionamenti che le provocano, è necessario ed obbligatorio anche per legge.

È tanto più necessario quanto più i cittadini sono distanti dalla comprensione e che siano distanti ce lo dice proprio il mugugno: oggi, ad esempio, quello del disagio veicolare. Se si riflettesse sul fatto che improvvisamente, in periodo delicato come quello vacanziero, la viabilità ligure – si badi bene, solo quella – viene stroncata da un numero sempre crescente di cantieri, sul fatto che non può essere dovuto a incapacità o scarsa attenzione verso i bisogni della nostra comunità perché la dirigenza tecnica che lo ha deciso non è incapace e nemmeno stupida e se, per ipotesi, si fosse sbagliata avrebbe subito rimediato, si comprenderebbe che ci vorrebbe ben altro che il mugugno. Ci si allarmerebbe e si cercherebbe di coalizzare la maggior parte del corpo sociale per rimuovere quei gruppi di potere deviato che ci impongono, con il disagio o la sofferenza, il loro volere.

Ciò di cui mi occupo io, trasferendolo su queste pagine, è veramente importante. Le domande che genera sono molto delicate e la ricerca delle risposte è fondamentale per decidere della nostra vita. Non può essere mugugno.

Io porto a sostegno di quanto scrivo degli atti che hanno alto valore di prova: decreti della Provincia, pareri ufficiali della Regione, non generici ma relativi proprio ai fatti e realtà cellesi. Porto leggi, normative comunali, atti comunali. Perché l’Amministrazione va avanti lo stesso e non spiega il perché? La risposta è indispensabile per capire quali sono le cause di questi effetti. Se si riflettesse sul fatto che il testardo impegno dell’Amministrazione è rivolto a permettere la più sciagurata delle operazioni, con effetti definitivamente devastanti per Celle, la pretesa di risposta alla domanda che ho posto sopra non sarebbe lasciata a quei pochi che fino ad ora si sono attivati ma diventerebbe comune ad una gran quantità di cittadini che intendono essere tali e non miseri, o miserabili, sudditi prostrati al volere dei potenti.

Perché sciagurata operazione? Lo devo dire perché non è mio costume lasciare inspiegate le mie affermazioni chiave. Fra l’altro ciò può costituire un iniziale, piccolo, aiuto per affrontare i temi di politica amministrativa.

Il territorio cellese può sviluppare, in modo quasi esclusivo, la sola economia turistica. Il turismo ha bisogno di una grande quantità di strutture di servizio, le quali a loro volta necessitano di abbondanti spazi. Celle non ha spazi.

Come si farà a sostenere il rilancio turistico, che giustamente i cittadini pretendono, senza alberghi, che vengono trasformati in abitazioni, se non sapremo più dove farli?

Ci sarà bisogno, ad esempio, di una notevole quantità di parcheggi oltre ai pochi esistenti, ma noi siamo così bravi che invece di cercare la soluzione aggraviamo lo stato attuale: se costruiamo 200 appartamenti alle Bergamasche, altrettante famiglie avranno necessità di trovare parcheggio in centro quando verranno in Comune, alla posta, in chiesa, a scuola, a fare acquisti, in banca.

Il turismo necessita di forti richiami, come aree naturali non antropizzate, o giardini specializzati, o parchi divertimento, o strutture congressuali, teatrali, e noi quel poco che abbiamo ce lo giochiamo con degli inutili appartamenti?

Ho scritto inutili ed ho sbagliato: dannosi, clamorosamente dannosi!

La popolazione di Celle è in continua diminuzione. Per ogni due residenti che perdiamo, un alloggio rimane vuoto. Se perdiamo 50 residenti all’anno, 25 alloggi ogni anno rimangono vuoti. I turisti continuano a diminuire e così altri appartamenti, destinati all’affitto stagionale, rimangono vuoti.

Se costruiamo 200 nuovi alloggi e questi verranno occupati, altrettanti alloggi già esistenti rimarranno vuoti.

Complessivamente, in pochi anni, una grande quantità di famiglie cellesi si troveranno ad avere case vuote, che non renderanno alcunché ma costeranno in imposte, tasse e manutenzione.

Sarà un disastro!

Qualcuno ha deciso che debba essere così (non chiedetemi la spiegazione) ma, per fortuna, qualcun altro che può sta mettendo le cose a posto, con l’aiuto nostro. Non ostacolateci ma, se potete, aiutateci.

Luigi Bertoldi   

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