Area di crisi complessa – Piaggio e la svendita dei metalmeccanici savonesi

Area di crisi complessa – Piaggio e la svendita dei metalmeccanici savonesi

E’ notizia del 13 aprile 2018 che Piaggio Aerospace abbia comunicato la piena adesione al piano di mobilità volontaria, avviato a seguito della notizia dei licenziamenti “programmati” apparsa solo un mese prima.

Ricordiamo che il passaggio dai licenziamenti “programmati” al piano di mobilità volontaria

 era avvenuta, forse più per gentile intercessione dei garanti istituzionali dell’“Accordo del 10 giugno 2014”, ora rappresentati dal Ministro dello sviluppo economico uscente Carlo Calenda(PD) e dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (Forza Italia), che per aver condotto, da parte dei lavoratori, una qualche forma di lotta per contrastarli.

A tale riguardo il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calendacommentava soddisfatto la scelta di Piaggio Aerospace “di rinunciare ai licenziamenti programmati e la decisione di utilizzare lo strumento dell’incentivazione alle uscite volontarie per i dipendenti”.

Il primo punto dell’ “Accordo del 10 giugno 2014” riporta che: “la Società Piaggio Aero S.p.A., nell’arco di vigenza del piano industriale (2014-2018 ndr), si impegna a ricorrere esclusivamente ad ammortizzatori sociali conservativi, per far fronte a problemi di dissaturazione produttiva. A tal fine, la Società attiverà la procedura per il ricorso alia CIGS per ristrutturazione da utilizzarsi nei tre siti operativi di Genova Sestri, Villanova d’ Albenga e Finale Ligure.”

I licenziamenti “programmati” erano evidentemente una forzatura.

Si era già evidenziato che nell’accordo, che ha trasformato i licenziamenti collettivi o “programmati” in esodi/licenziamenti volontari, sono presenti diversi scaglioni nelle indennità di fuoriuscita, con notevole differenza di trattamento tra il primo e l’ultimo scaglione: 30 mensilità per chi aderisce entro il 20 aprile 2018 per un massimo di 50 lavoratori; 24 mensilità entro il 20 maggio per un massimo di 35 lavoratori; 18 mensilità entro il 20 giugno per un massimo di 18 lavoratori; 12 mensilità entro il 18 luglio per un massimo di 11 lavoratori. 

Ciò di fatto mette i lavoratori di Piaggio in competizione gli uni contro gli altri, per accaparrarsi lo scaglione migliore, ma evidentemente per i sindacati savonesi la priorità era quella di favorire le fuoriuscite nel più breve tempo possibile, assecondando quindi il volere dell’azienda.

Che i sindacati metalmeccanici savonesi siano spesso e volentieri i notai dei voleri aziendali, troverebbe conferma nel fatto che sulle cronache locali non compaiano minimamente le loro posizioni, gli articoli delle varie testate giornalistiche locali riportano un’unica voce quella dell’azienda.

Piaggio Aerospace, piena adesione per il primo scaglione di mobilità – IVG

Piaggio Aerospace: piena adesione al primo scaglione della – SavonaNews…

Piaggio Aerospace, sì alla procedura di mobilità incentivata … – RSVN

Il Secolo XIX 14 aprile pag. 26

La Stampa 14 aprile pag. 51 

 

I vari articoli, riportanti la nota stampa aziendale, sembrano concordi sul fatto che «il piano industriale quinquennale procede mostrando i primi risultati positivi degli investimenti sui velivoli d’eccellenza, con nuove importanti commesse»

In presenza dell’accordo del 2014, sottoscritto da istituzioni, sindacati ed azienda, che non prevedeva licenziamenti per tutto il 2018, oltre alle annunciate nuove commesse che avrebbero presumibilmente rilanciato la produzione ed i carichi di lavoro, i sindacati savonesi si sono seduti ad un tavolo per trattare dei licenziamenti volontari o meno.

Un fatto abbastanza singolare.

L’unica voce fuori dal coro sembrerebbe essere quella del segretario della FIOM-CGIL di Genova, Bruno Manganaro, che sulla pagina nazionale economica del Secolo XIX dichiara ”non è mai positivo quando le persone perdono il lavoro” e riferendosi all’alto tasso di adesione alla procedura di mobilità aggiunge “in questo caso è indice di scarsa fiducia nei confronti dell’azienda”. 

Evidentemente la più battagliera FIOM-CGIL genovese, abituata a fare rispettare gli accordi e particolarmente attenta all’unità dei lavoratori, in questo caso aveva ben pochi margini, essendo la maggioranza dei lavoratori, circa un migliaio, occupati nel sito di Villanova di Albenga in provincia di Savona, contro i circa 300 impiegati nel sito di Genova Sestri.

Sul fatto che la FIOM-CGIL genovese sia particolarmente attenta all’unità dei lavoratori, oltre al recente accordo sui contratti di solidarietà con l’Ansaldo Energia, bisogna segnalare che, sabato 14 aprile, si sono riuniti a Villa Durazzo-Bombrini a Genova Cornigliano le delegazioni di fabbrica dei principali impianti siderurgici europei. 

A presiedere l’incontro era la FIOM-CGIL genovese il sindacato maggiormente rappresentativo nell’adiacente impianto siderurgico dell’ILVA. Come noto l’ILVA è in procinto di fusione con l’ArcelorMittal, il maggiore gruppo siderurgico mondiale. (Il Secolo XIX 14 aprile pag. 14)

“Dopo un decennio di crisi globale, la ripresa economica vede una nuova ondata di ristrutturazione nella siderurgia europea. Grandi fusioni stanno formando nuovi gruppi che hanno stazza europea. Forti espulsioni di forza lavoro accompagnano da sempre questi processi. Dappertutto cresce in Europa l‘incertezza del futuro per i lavoratori. Nella nostra storia, il ciclo delle lotte sindacali dei lavoratori europei è sempre stato una combinazione di lotte di difesa e lotte rivendicative, di avanzate e di ritirate, nei diversi paesi. Ma in questi anni ha prevalso il segno della difesa. Presi isolatamente in ciascun paese e incapaci di coordinare le loro lotte particolari a livello europeo, i diversi comparti della classe operaia hanno pagato, in diversi momenti, il prezzo della crisi. Pagheranno anche per la ripresa se non si difendono e se non si organizzano a livello europeo. Divisi, siamo più deboli. Invece, insieme, i Consigli di Fabbrica dei più grandi impianti siderurgici d’Europa, nei paesi più importanti, possono cominciare a fare sentire la loro voce e tentare di indicare ai lavoratori europei una strada per il futuro.” E’ quanto riportava il volantino del convegno.

Per i metalmeccanici savonesi, in presenza di nuove ed importanti commesse, la strada disegnata per il futuro dai sindacati savonesi, sembrerebbero essere i licenziamenti “programmati”.

I lavoratori savonesi dovrebbero riflettere.

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