Frecciarossa 1000 a Vado Ligure
Vado Ligure – Mancano ormai pochi giorni al 29 gennaio data in cui dovrebbe avvenire il passaggio di proprietà di Bombardier Transportation alla multinazionale francese Alstom. Come noto, Bombardier Transportation, possiede lo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile con sede a Vado Ligure, comune inserito nell’area di crisi industriale complessa del savonese.
Questo passaggio di proprietà è sicuramente fonte di preoccupazione per i lavoratori impiegati nell’unità produttiva di Vado Ligure, visto che è passato oltre un anno dall’ultimo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico (LEGGI) che avrebbe dovuto dare delle assicurazioni sui carichi di lavoro e sui livelli occupazionali per i prossimi anni per lo stabilimento Bombardier di Vado Ligure. Le eventuali opportunità del passaggio di proprietà all’Alstom dello stabilimento vadese non sono ancora state chiarite, ne risulta che i sindacati metalmeccanici savonesi abbiano richiesto con insistenza e determinazione le risposte dovute.
Come già scritto più volte la fabbrica Bombardier di Vado Ligure, dal 2016, è stata oggetto di una carenza di carichi di lavoro, ma non di profitti, che ha portato, nel 2016, ad una riduzione del personale ed alla cessione dell’ufficio di ingegneria, nel giugno 2019, contestualmente all’acquisizione di una sostanziosa commessa, assegnata da Trenitalia, al consorzio formato da Bombardier Transportation Italy ed Hitachi Rail, per 14 treni ad alta velocità Frecciarossa 1000 a cui è seguita, nel corso del 2020, un ulteriore commessa di 23 treni per il mercato spagnolo (LEGGI).
Vendita dell’ingegneria poco spiegabile in quanto effettuata in concomitanza dell’arrivo delle nuove commesse che avrebbero dovuto assicurare il rilancio del sito produttivo di Vado Ligure. Ricordiamo che la cessione dell’ingegneria Bombardier di Vado Ligure alla società Segula Technologies Italia è stata effettuata dall’allora amministratore delegato di Bombardier Transportation Italy, Luigi Corradi, che dal 18 dicembre 2020, dopo una prima battuta d’arresto (LEGGI), ha assunto la stessa carica in Trenitalia, avendo lasciato Bombardier nell’agosto del 2019.
L’incertezza per i lavoratori di Vado Ligure è ulteriormente enfatizzata dal fatto che l’antitrust dell’Unione Europea, per dare il via libera all’operazione di acquisizione di Bombardier Transportation, da parte dell’Alstom, ha imposto la cessione delle quote detenute da Bombardier nel Frecciarossa 1000, per evitare la concentrazione in un unico costruttore, di tutte le principali famiglie di treni ad alta velocità del mercato europeo.
Alla domanda su quale futuro potrà avere lo stabilimento di produzione di materiale rotabile di Vado Ligure senza le commesse per l’alta velocità nessuno ha ancora risposto.
Il secolo XIX del 10 gennaio, addirittura, non esclude che vi possano essere delle riduzioni di personale una volta perfezionata l’acquisizione da parte di Alstom, visto che lo stabilimento ferroviario di Vado Ligure sarebbe uno dei più piccoli a ruotare nell’orbita della multinazionale d’oltralpe.
La politica cialtrona italiana malgrado incomba ancora l’emergenza sanitaria, con conseguente emergenza occupazionale una volta scadute le misure emergenziali, litiga per spartirsi i miliardi del recovery fund, mentre tutto il resto può attendere.
I già poco incisivi sindacati metalmeccanici savonesi in periodi ordinari, sembrano aver perso ogni riferimento nell’epoca in cui incombe la pandemia secolare e per impegnare i prolungati periodi di lockdown si dedicano alle più disparate attività che spaziano dalla critica musicale, agli sciamani della decadenza americana, ai corsi di meditazione yoga on line, ai corsi per sub e bagnini, nella speranza che la stagione balneare 2021 prima o poi decolli.
Ai lavoratori savonesi non resta che affidarsi a qualche sciamano nostrano per veder decollare i propri livelli occupazionali e retributivi.
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