L’inizio di questo weekend è stato bollente, e non solo per le temperature. Da Varazze a Noli, passando per Albissola e Celle, si è vissuta una scena da Paese in via di sviluppo: blackout a ripetizione, cali di tensione, frigoriferi spenti, gelati sciolti e gestori di bar e ristoranti in ginocchio. Mentre il termometro sale e i turisti arrivano, la corrente va in ferie.
Peccato che non sia una novità: ogni estate ci raccontano che si tratta di un “guasto isolato”. Ma venerdì a restare al buio sono state 13.000 utenze, con danni economici immediati per privati e commercianti. Le scuse? Le solite: sovraccarico da condizionatori. Il problema? Sempre lo stesso: una rete elettrica vecchia e sottodimensionata, che non regge l’urto della modernità.
La cosa grottesca è che, mentre ci spingono verso l’“inevitabile transizione ecologica”, verso auto elettriche e case smart, la corrente si spegne come nel 1968. Cavi vetusti, centraline sature, e nessun piano serio di adeguamento infrastrutturale. Altro che rivoluzione verde: qui siamo al verde proprio.
E la politica? Dorme.
O meglio, si sveglia solo per parlare di autovelox da 5 milioni, che dovrebbero garantire la sicurezza ma sembrano servire più che altro a rimpinguare le casse. Aspettiamo con ansia (si fa per dire) che il Presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri, si degni di un comunicato. Ma uno serio, non la solita nota stampa con buoni propositi, rimpalli di responsabilità e numeri rassicuranti.
Nel frattempo, bar e ristoranti buttano via merce deperita, i cittadini si arrangiano tra luci a intermittenza e frigoriferi spenti, e i tecnici di E-Distribuzione fanno quel che possono. Ma il nodo è politico. È strutturale. È di prospettiva.
Savona e la sua provincia meritano una rete elettrica da 2025, non da 1975. Non possiamo vivere l’estate con l’ansia del blackout e l’idea che “se accendi il condizionatore salta tutto”. Non possiamo parlare di sviluppo turistico e poi lasciare al buio interi centri storici nel primo weekend di bel tempo.
A quando un piano di investimenti vero sulla rete? A quando una cabina di regia, un tavolo tecnico, un commissario straordinario (ormai vanno di moda)? Forse, prima, servirebbe un’amministrazione sveglia. Una politica che, tra un autovelox e un tweet, trovi il tempo di accorgersi che i turisti non si attirano col buio.
E soprattutto, che la transizione ecologica senza infrastrutture è solo una sceneggiata a corrente alternata.