Area di crisi complessa

 Area di crisi complessa
 Promesse mancate e vittorie di Pirro del sindacato più grande del mondo

Secondo l’articolo pubblicato sulla Stampa lo scorso 24-05 la provincia di Savona figurerebbe come “maglia nera” dell’occupazione in Liguria...LEGGI

Nei primi quattro mesi del 2017, con 2 milioni e 950 mila ore, la Provincia di Savona totalizzerebbe i due terzi delle ore di cassa integrazione autorizzate per l’intera Regione Liguria.

 Tenuto conto che da gennaio ad aprile 2017 ci sono stati 82 giorni lavorativi, ciò equivarrebbe a circa 4500 lavoratori che a tempo pieno usufruirebbero di questo ammortizzatore sociale.

Ciò è l’evidenza che …

 l’economia savonese, ed in particolare il settore industriale, non si sia ancora pienamente ripresa dalla crisi iniziata nel 2007/2008, seppur gli indicatori economici a livello europeo/internazionale punterebbero tutti su un periodo di ripresa generalizzata, come anche evidenzierebbero i dati per le altre tre province liguri, pubblicati sempre sull’articolo della Stampa del 24/05.

Si potrebbe ipotizzare che il solo turismo possa risolvere i problemi occupazionali della provincia di Savona? Probabilmente no.

Nell’Annuario statistico italiano del 2013, l’ISTAT indica per l’anno 2011 un totale di 387 milioni di presenze negli esercizi ricettivi italiani, il parziale per la Liguria è di 14 milioni di presenze (per presenza si intende il numero di arrivi per il tempo di permanenza media in giorni). Savona con 5,5 milioni di presenze è la prima provincia ligure, seguono Genova con 3,7 milioni, Imperia 3,2 milioni, La Spezia 1,8milioni.

Secondo i dati governativi il settore turistico darebbe lavoro a circa un milione di persone….LEGGI

 Il rapporto presenze lavoratori a livello nazionale è pari a 387, mediamente ogni lavoratore del settore turistico, nel corso dell’anno, provvede a svolgere le funzioni per assicurare 387 presenze.

La provincia di Savona con 5,5 milioni di presenze rappresenta l’1,42% del monte presenze complessivo a livello nazionale. Il settore turistico, tenuto conto delle medie nazionali, dovrebbe dare lavoro a circa 14.000 persone nella provincia.

A fine 2011 il totale degli iscritti ai centri per l’impiego della provincia di Savona era pari a circa 20.000 unità, salite alla cifra di quasi 31.000 unità a maggio 2016.

Il turismo della provincia è sostanzialmente di tipo stagionale (3-4mesi), legato perlopiù ai mesi estivi o ai ponti festivi, non è pertanto da escludere che buona parte degli occupati nei mesi estivi, siano iscritti alle liste di collocamento nei restanti mesi dell’anno.

Dai dati illustrati si può facilmente capire che per risolvere con il solo turismo anche solo la metà del problema occupazionale bisognerebbe raddoppiare il numero di presenze, o renderle omogenee durante tutto l’anno per arrivare comunque ad una cifra almeno doppia rispetto ai 5,5 milioni di presenze.

Per garantire un flusso omogeneo di turisti durante l’anno, di fatto bisognerebbe possedere anche altri requisiti oltre alla balneazione estiva, quali quelli tipici delle città d’arte, di turismo religioso, di stazione sciistica nei mesi invernali (riattivazione di Alberola!!), parco giochi di livello internazionale tipo Disneyland, case da gioco sul modello Las Vegas, turismo naturalistico/escursionistico, ecc. Attività, che ammesso siano tutte possibili, avrebbero comunque dei limiti legati alle stagioni.

Evidentemente non si può prescindere da un economia basata sull’industria, che garantisca un alta intensità di occupazione.

Bisogna rilevare a tale riguardo che l’iter procedurale, nell’ambito del riconoscimento dell’area di crisi complessa, iniziato il 31 maggio 2016 con lo sciopero congiunto delle principali realtà industriali savonesi, non abbia avuto grandi passi in avanti.

Lo scorso 4 maggio a seguito della pubblicazione del nostro articolo...LEGGI….l’Amministrazione provinciale ha emesso “l’avviso di procedura ricognitiva non vincolante per l’individuazione di lotti ed immobili di proprietà privata presenti nei territori dei Comuni riconosciuti appartenenti all’Area di crisi complessa.”…LEGGI

 La Stampa ha riportato che il 22 maggio è stato organizzato, presso il Palazzo di Città di Cairo un incontro con gli imprenditori interessati al Progetto di Riconversione e Riqualificazione nell’ambito dell’iter dell’area di crisi complessa nel savonese….LEGGI

 E’ anche da rilevare che Bombardier lo scorso 12 maggio ha dato notizia della consegna di 5 locomotori da noleggiare, tramite un operatore privato, a Mercitalia Rail, società per il trasporto merci del gruppo Ferrovie dello Stato….LEGGI

 Piaggio Aerospace ha annunciato la vendita del suo primo Avanti EVO nel Regno Unito….LEGGI

 Queste commesse, seppur importanti, non saranno però sufficienti a risollevare le due primarie realtà industriali della provincia del settore metalmeccanico dallo stato di crisi in cui versano da alcuni anni e dove centinaia di lavoratori usufruiscono di ammortizzatori sociali.

La finalizzazione del Progetto di Riconversione e Riqualificazione dovrebbe consentire a queste ed ad altre realtà in crisi di implementare misure per recuperare in produttività e competitività, ma al momento tutto sembra procedere molto lentamente, evidentemente i 31.000 iscritti (al maggio 2016) alle liste per l’impiego della provincia, non sono la preoccupazione principale della nostra classe politica e sindacale.

Passati otto mesi dal decreto del 22 settembre 2016 per il riconoscimento delle condizioni di area di crisi complessa, gli unici fatti di rilievo sono la nomina dei due commissari del carrozzone pubblico Invitalia e l’avviso non vincolante dell’Amministrazione Provinciale dello scorso 4 maggio.

Ricordiamo inoltre che lo scorso 13 aprile il Presidente della Commissione Lavoro della Camera On. Cesare Damiano (ex Ministro del Lavoro ed ex dirigente sindacale CGIL), accompagnato dalla collega On. Anna Giacobbe, componente della Commissione Lavoro della Camera ed ex dirigente sindacale CGIL, durante la campagna a sostegno della mozione Orlando per le primarie del PD si erano impegnati a sollecitare, subito dopo la pausa pasquale, la riapertura dei tavoli di crisi per Bombardier e Piaggio Aerospace, presso i ministeri competenti.

Al momento di queste promesse sembrerebbe essersi persa traccia.

Uguale sorte sembrerebbe essere toccata alle interrogazioni parlamentari (5-10169), (5/10555), a firma Giacobbe – Vazio sempre in attesa di risposta da parte degli organi competenti.

Intanto la CGIL, una delle organizzazioni di massa più grandi del mondo, dopo la fulminea “vittoria” per l’abolizione dei voucher registra una battuta d’arresto.


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E’ notizia di qualche giorno fa che i voucher, una volta usciti dalla porta rischiano di rientrare dalla finestra sotto altro nome, come avevamo già pronosticato nell’articolo dello scorso 4 maggio.

Dal sindacato o da uno dei sindacati più grandi del mondo ci si aspetterebbe meno ingenuità, e ben dovrebbe conoscere la politica ed i politici/politicanti italiani, visto che molti di essi provengono dalle proprie fila.

La “vittoria” dei buoni lavoro è avvenuta senza sparare un solo colpo, per gentile concessione della politica. Se qualcosa ti è stato concesso senza averlo guadagnato, la stessa cosa ti può essere tolta da un momento all’altro.

Il sindacato più grande del mondo e gli altri sindacati dovrebbero essere anche coscienti del fatto che molte delle aziende presenti in provincia di Savona sono aziende multinazionali, che agiscono con un’unica regia a livello globale, pertanto la soluzione agli eventuali problemi di queste aziende non può essere ricercata appellandosi solo ai favori di politici e politicanti locali, illudendo le speranze di moti lavoratori.

La via maestra, che peraltro può risultare la più difficile, dovrebbe essere quella di abbandonare le prerogative legate alle rendite di posizione di gruppi di poteri locali che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei lavoratori e procedere verso un sindacato di maggiore respiro europeo.

In alcune realtà come quella genovese si sta già cercando di percorrere questa strada organizzando diversi convegni per sensibilizzare i lavoratori verso questi temi e qualche vittoria è stata ottenuta. A titolo di esempio si veda il volantino di presentazione con i temi trattati nell’ultimo incontro dello scorso 11 maggio, fornitoci da un lavoratore che vi ha partecipato. Altri ne seguiranno nelle prossime settimane.

CONVEGNO FIOM A GENOVA…LEGGI

Tra le cause che hanno fatto guadagnare alla provincia di Savona la “maglia nera” dell’occupazione in Liguria, oltre alla congiuntura economica non favorevole di questi anni, non bisogna sicuramente escludere quelle di una classe politica che pensa unicamente ai propri interessi di bottega, unita ad una classe sindacale “provinciale” che pensa a difendere più che altro le proprie rendite di posizione in collaborazione alla politica, tutte prerogative che nulla hanno a che vedere con i reali interessi dei lavoratori, gli unici a pagare per gli errori altrui.

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