Elezioni – I conti li faranno gli elettori di centrosinistra

 
Elezioni – I conti li faranno gli elettori di centrosinistra
 
L’onorevole Anna Giacobbe (PD) in questi giorni è impegnata in un intenso tour per promuovere la sua riconferma, da parte dei vertici del PD savonese, in vista della corsa per le elezioni del prossimo 4 marzo.
L’onorevole Giacobbe negli incontri promuove la brochure dal titolo “A conti fatti” che è una guida delle principali tappe del suo mandato elettorale.
L’on Giacobbe da appartenente alla commissione lavoro della Camera, visti i precedenti incarichi sindacali nella CGIL di Savona (Segretaria Generale Camera del Lavoro di Savona dal 1994 al 2000) e ligure, negli interventi pubblici, il lavoro (degli altri) è un tema centrale.
“Abbiamo indicato una direzione precisa: o nel lavoro si tracciano diritti definiti, o la società funzionerà sempre peggio” (SavonaNews 24 gennaio 2018).

A tale riguardo riscontriamo che nella sua brochure “A conti fatti” mancherebbe una  ….

tappa fondamentale, quella del 25-11-2014 quando l’on. Anna Giacobbe si dichiarò favorevole alla legge delega sul Job Act, uno dei pilastri fondanti dell’azione di governo dei governi di centrosinistra a guida PD, che si sono succeduti dal 2013.

Ci domandiamo, ad esempio, se uno degli interventi più discussi di tale norma in materia di lavoro, ossia eliminare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 possa essere considerato un’estensione dei diritti dei lavoratori.

Norma che neppure i peggiori governi di destra riuscirono a varare. Chi ha un po’ di memoria si ricorderà la manifestazione oceanica da “3 milioni” di persone al Circo Massimo di Roma che il suo ex collega di sindacato, Sergio Cofferati, tenne il 23 marzo 2002, per opporsi alle riforme del lavoro del secondo governo Berlusconi.

 

Il governo di centrosinistra a guida PD è riuscito così ad esaudire uno dei sogni della destra e del padronato italiano.

L’altro grande inganno del Job act è stato quello di voler sostenere che la norma avrebbe favorito il lavoro “stabile” con il contratto a tempo “indeterminato” a tutele crescenti. Il termine indeterminato perde però senso se il rapporto di lavoro può essere facilmente rescisso senza giusta causa o giustificato motivo, a fronte di un modesto indennizzo economico. Si è tutti precari a vita.

L’onorevole Giacobbe prende poi ad esempio il mercato del lavoro tedesco “Stiamo valutando l’esempio del centro per l’impiego alla tedesca che funziona perché il personale che lo gestisce lavora dentro le aziende, per le aziende e con le aziende, quindi prima crea il bisogno e poi valuta i candidati più adeguati a soddisfarlo. Si tratta di un percorso che in parte abbiamo già intrapreso. E anche noi arriveremo a questo risultato”.

Ricordiamo che le leggi tedesche sul lavoro furono varate dal governo social democratico guidato dal cancelliere Gerhard Schröder, quindi un governo di centro sinistra per dirla all’italiana.

Le leggi sul lavoro tedesche (Piano Hartz) hanno probabilmente funzionato bene visti i livelli di crescita economica raggiunti dalla Germania in questi anni. Leggi che sicuramente avranno soddisfatto le richieste del padronato per aumentare la produttività a danno di diritti e retribuzioni dei lavoratori.

L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, da buon e coerente social democratico, una volta terminato il mandato è diventato consulente di compagnie petrolifere russe.

Chi non è risultato troppo soddisfatto dal Piano Hartz devono essere stati gli elettori di centrosinistra tedeschi, che prevedibilmente saranno stati in maggioranza lavoratori salariati. Dal 2005 il partito social democratico tedesco non è più riuscito ad ottenere la maggioranza per formare autonomamente un governo, oltre ad avere raggiunto il minimo storico, dal 1949, nelle ultime elezioni del settembre 2017.

I salariati tedeschi, non trovando differenze tra le politiche di centrodestra e le false politiche di centrosinistra, evidentemente preferiscono votare per l’originale.

Qui in Italia si tratta di un percorso che in parte abbiamo già intrapreso e probabilmente il 4 marzo anche noi arriveremo a questo risultato.

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