Area di crisi complessa – Una spaghettata d’antan

Area di crisi complessa – Una spaghettata d’antan
 
Secondo quanto illustrato dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, affinché la ripresa economica in corso sia più sostenuta e dagli effetti duraturi, è necessaria una crescita delle retribuzioni, evidenziando anche il fatto che sulla bassa crescita salariare pesa anche il sottoutilizzo della capacità produttiva e che in molti paesi si siano già concluse le contrattazioni salariali per l’anno in corso. La crescita dei salari per quanto riguarda l’Italia, a febbraio 2017 …
  sarebbe la più bassa da 35 anni, aumentando quindi il divario tra andamento dei prezzi e tenuta del potere di acquisto degli stipendi favorita dalla bassa inflazione di questi ultimi anni.

Il presidente della Confindustria, commenta la dichiarazione del presidente della Bce, sostenendo che l’aumento dei salari debba essere accompagnato da un aumento della produttività “aumentare i salari, aumentando la produttività. Non ci dimentichiamo i dati di ieri che ci dicono che siamo 10 punti di cuneo fiscale sopra rispetto alla media europea. Quindi noi abbiamo un problema di costo del lavoro, ma ancor di più costo di lavoro-produttività” (Ansa 6 aprile).

Sul Corriere della Sera fanno eco le risposte delle leader dei due principali sindacati italiani.

Camusso – Furlan

Susanna Camusso CGIL – “Da tempo infinito sosteniamo che il livello dei salari è troppo basso, da qui le polemiche sui rinnovi contrattuali e sull’idea che si debba trasferire tutto in welfare” ed inoltre “Si è disinvestito sul lavoro e sulla sua qualità”.

Annamaria Furlan CISL – “È importante che abbia (Draghi, ndr) sottolineato la necessità di alzare i salari in Europa, una rivendicazione che sta portando avanti tutto il movimento sindacale europeo, sollecitando una svolta nelle politiche dei governi verso una maggiore crescita economica per ridurre le diseguaglianze sociali”.

Bisogna notare che i principali sindacati italiani pur concordando con le parole del Presidente della Bce, poi nella sostanza in questi anni hanno accettato il peggio, ad esempio lavoratori statali attendono da anni il rinnovo del contratto, forse ne riparlerà ad ottobre, mentre per i metalmeccanici gli unici “aumenti”, sono rappresentati dal welfare aziendale (100€ per il 2017).

Altra contraddizione il fatto che la bassa crescita salariale sia anche dovuta al basso utilizzo della capacità produttiva. Le imprese per aumentare i propri profitti vogliono aumentare la quantità di beni prodotti, poi chiaramente per riuscire a vendere le proprie merci, quando i mercati ne sono invasi, devono agire sul prezzo di vendita, facendosi una concorrenza sempre più spietata. Infine per salvaguardare i profitti, le aziende chiedono sempre una maggiore produttività, ossia aumentare o mantenere la produzione diminuendo il numero di salariati. Se si licenzia si tagliano le retribuzioni o si riducono i diritti dei lavoratori per garantire i profitti e poi la crescita economica a causa di ciò rallenta, si ferma o regredisce qualcosa non torna. Altro esempio le case automobilistiche per riuscire a vendere le proprie automobili, non è raro che pratichino sconti che in alcuni casi possano superare il costo della manodopera impiegata per realizzare il veicolo.

In questo contesto è notizia che la vertenza Piaggio in questi ultimi giorni abbia avuto degli sviluppi che non si possono definire soddisfacenti dal punto di vista dei lavoratori e che potrebbero diminuire le certezze sulla la continuità delle retribuzioni per molti di essi.

Piaggio Aerospace è controllata da Mubadala, fondo governativo di Abu Dhabi, nel cui consiglio di amministrazione siedono i vari sceicchi a capo dell’emirato, con partecipazioni finanziarie del valore 122miliardi di dollari in 30 paesi ed attività in tredici settori strategici, tra cui quello della difesa/militare in cui rientra Piaggio.

 Piaggio Aerospace

Secondo quanto riportato sul Secolo XIX del 25 luglio, per Piaggio si prospetterebbe un dimezzamento della forza lavoro.

  Piaggio Aero minaccia nuovi tagli: lavoratori sulle barricate

 Il nuovo piano industriale presentato dall’azienda, punterebbe tutto sul drone, sul pattugliatore a lunga distanza e sul rilancio del P180 EVO e verrebbe dismesso il settore dei motori, di fatto ciò condurrebbe ad un ulteriore smembramento dell’azienda, che i sindacati a parole, ed i dipendenti riuniti il giorno dopo in assemblea avrebbero respinto.

  – Piaggio, l’assemblea dei lavoratori rigetta il piano industriale e chiede un incontro col Governo

 Un primo spacchettamento della Piaggio Aerospace però si era già avuto, negli anni scorsi, con l’esternalizzazione di alcune attività alla Laer, azienda operante nel campo delle costruzioni aeronautiche, che ha aperto una sede nelle aree ex Fruttital di Albenga.

L’articolo della Stampa del 27-07 …LEGGI…enfatizza maggiormente il fatto che i lavoratori della Piaggio sarebbero in disaccordo con le rappresentanze sindacali che sembrerebbero essere troppo accondiscendenti con le scelte aziendali ed inadeguate a contrastare le decisioni che non sono nell’interesse dei lavoratori.

Un lavoratore esprime il proprio disappunto “i sindacati, nessuno escluso, non sanno più tutelarci. Sono anni che sentiamo ripetere le stesse cose. Pareva che tutto fosse stato risolto, che l’azienda non volesse replicare il film dell’anno scorso. Invece, eccoci qua. Di fronte all’ennesimo spezzatino. Ad un nuovo tentativo di vendere una parte della fabbrica per la revisione e costruzione di motori. Ora i tempi si allungheranno ci vogliono logorare. Ma i nostri rappresentanti devono essere più energici e più incisivi.”

L’articolo prosegue evidenziando un’altra volta il lassismo dei sindacati savonesi “Qualche azione clamorosa? Ma no: gli operai hanno perso anche questa voglia. Qualcuno avrebbe voluto compiere un gesto dimostrativo mentre parte la lettera destinata al governo di Roma. Si vuole ottenere al più presto un incontro a Palazzo Chigi. ln piena estate? Con la crisi dell’acqua che colpisce la capitale e qualche regione del nord? ……Ci sarà il solito incontro con il sindaco di Villanova d’Albenga. E poi una delegazione ella Rsu (il sindacato di base) chiederà di poter vedere il prefetto di Savona per illustrare le novità….…Tutto qui. Senza alcuna azione dimostrativa, neppure uno straccio di corteo con striscioni e slogan. Altri tempi!”

Per Bombardier la situazione non sembrerebbe essere migliore, dell’incontro annunciato per il 20 luglio, dall’onorevole Teresa Bellanova (ex CGIL), viceministro dello Sviluppo economico per fare il punto sull’area di crisi complessa e sulle varie crisi aziendali, successivamente rimandato, si sono perse le tracce. Anche in questo caso “neppure uno straccio di corteo con striscioni e slogan” per manifestare il disagio dei lavoratori. Intanto nei prossimi mesi potrebbero essere comunicati nuovi esuberi per Bombardier, ma i sindacati savonesi continuano a distribuire bromuro ai lavoratori, nella speranza che almeno qualcuna delle possibilità di lavoro prospettata dal segretario Fiom savonese, in un recente comunicato stampa, si concretizzi.

Di certo non una bella presentazione per i lavoratori di Bombardier, lavoratori che nel corso degli anni passati sono stati un esempio per i diritti e condizioni che sono riusciti a conquistare, ed ora piano piano, complice una classe sindacale opportunista, si sta perdendo tutto quanto conquistato in anni di lotte.

Anche il sito economico Savona Uno mette nuovamente in evidenza il fatto che la provincia di Savona sia la peggiore in Liguria per la richiesta di ammortizzatori sociali.” La provincia di Savona, con quasi 3,2 milioni di ore di cassa integrazione sui meno di 5,3 milioni collezionati dall’intera economia regionale, è stata la “pecora nera” in Liguria per quanto riguarda le richieste di ammortizzatori sociali nel primo semestre del 2017. A testimoniarlo sono i dati resi noti dall’Inps sulle ore autorizzate per integrazioni salariali tra gennaio e giugno. I numeri, elaborati da Cgil Liguria, evidenziano che a fronte di un calo complessivo del 9,7% nel ricorso alla Cig a livello regionale, la provincia di Savona ha segnato un incremento dell’80,5% rispetto al primo semestre 2016, passando da 1 milione 764 mila ore a 3 milioni 184 mila. Ben 2 milioni 858 mila di queste sono relative alla cassa integrazione straordinaria e quasi per intero riguardano il settore industriale (nel gennaio – giugno 2016 erano state 1 milione 263 mila). Tuttavia con il mese di giugno è arrivato un forte colpo di freno, anche per quanto riguarda la provincia di Savona.”

  

In questo contesto di incertezza generalizzata, come minimo, sarebbe necessaria una mobilitazione congiunta dei lavoratori delle aziende interessate, ma i sindacati savonesi preferiscono tenere divisi i lavoratori.

Sul fronte genovese bisogna però evidenziare che in questi giorni i lavoratori di alcune realtà stanno manifestando in modo più attivo il disagio sociale a difesa del proprio reddito ed occupazione, ne sono un esempio i lavoratori della Ericsson e della Gitiesse entrambe aziende appartenenti a gruppi finanziari multinazionali.

 – Gitiesse, trattativa interrotta tra sindacati e azienda

Occorre sottolineare che la Gitiesse è un’azienda di poco più di 50 dipendenti e negli scorsi giorni, da sola, è riuscita a bloccare parte del centro genovese, manifestando in modo esplicito il disagio dei lavoratori.

 – Gitiesse in corteo contro i licenziamenti

 A Savona il disagio sociale viene portato in tavola con manifestazioni a base di pastasciutta e presentazioni di libri che ricordano tempi ormai passati, tempi però in cui il disagio sociale veniva portato in piazza ed ottenendo anche dei risultati, risultati che si stanno via via perdendo tra tortellini, maccheroni coop, talk show e serate danzanti.

 L’antifascismo su cui si basano i valori della Repubblica Italiana non si mettono in discussione, ma bisognerebbe rendersi conto che i nuovi fascismi di oggi sono rappresentati da lettere di licenziamento inviate via email, come recentemente accaduto ai lavoratori della Ericsson, o dalla riduzione dei diritti dei lavoratori per “offrire tutti gli strumenti utili per creare redditività del capitale investito” pensiero diffuso tra i vari leopoldini che si dichiarano essere di sinistra.

Che la redditività del capitale investito stia comprimendo il potere di acquisto delle retribuzioni in modo ormai insostenibile lo ha recentemente denunciato il presidente della Banca Centrale Europea Draghi, ma lui, per ovvi motivi, non può di certo mettersi alla testa di un corteo.

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