Altri ricoveri per Covid

Ovunque, quel mal comune che non è affatto mezzo gaudio persevera e consola. Contagi. Anche qui a Savona pensate… Ma davvero?

Eh si, funziona così il virus: si espande. Che io sappia non sono mai apparsi virus statici.

E vi dirò di più, la velocità di trasmissione aumenta con la promiscuità e diventa disastrosa con gli assembramenti. Ma va?

La promiscuità è la presenza in un luogo di molte persone, anche diverse, che si scambiano gli aliti vitali. Una sorta di mescolamento di anime. L’assembramento è, semplicemente, folla.

È più facile se detto così?

Porto un esempio perché si sa, vale più la pratica che la grammatica: le grigliate con sudori e umori corporali sparsi, le feste in discoteca sono folla. I negozi nel post lock down no.

I boschi e le passeggiate in solitaria no, i 100 metri al largo del mare con la canoa no, i vostri neuroni e le vostre sinapsi nello spazio già angusto e poco ossigenato di una scatoletta cranica no.

Sono mesi che vengono ripetute le stesse cose, che poi sono 3/ 4 concetti semplici e alla portata di tutti:

Non fare assembramenti

Usare il distanziamento

Usare la mascherina nei luoghi pubblici

Lavare spesso le mani e pulire gli ambienti con più attenzione

Non limonarsi il primo che si incontra in via Pia.

Insomma, l’uomo, da sempre, è avvezzo a prove e sacrifici ben peggiori di queste poche regole (ma gli italiani, popolo fantasioso e singolare, alla parola “regola” o disciplina ” comincia a scalciare come i cavalli coi tafani sul culo).

Esistono, quindi, nel presente, altri casi di covid portati dalla mancata osservazione di quelle regole che non riusciamo a fare nostre. Non ci arriviamo proprio. Ha ragione Vittorio : non abbiamo mai abbastanza paura. Con il nostro stellone italico che veglia su di noi.

Decade pure il concetto del “repetita iuvant” che mi sembra che sortisca l’effetto contrario e rafforzi quello di Bastian cretino e contrario.

C’è lo spettro di un nuovo lockdown.

Ma voi, folleggianti, avete consapevolezza delle conseguenze?

Rispondete mentalmente. Se non basta usate la matrice di Eisenhower per la gestione saggia delle priorità.

Pensate alla salute. La vostra intendo.

Cosa c’è di così eccitante nello stare male, nell’eventualità di un ricovero, nell’ipotesi della morte?

Ma ditemelo!

Quali bisogni soddisfa la perfidia di infettare i vostri genitori che, magari, hanno più anni della torretta?

Lasciate che la morte arrivi da sola perché, vi garantisco, che non manca mai agli appuntamenti.

Siete totalmente deficienti?

Allora, in questo caso, chiedete aiuto alla famiglia, agli amici, agli ospedali, anche al medico di fiducia e decidete un percorso per voi stessi.

Pensate al terrorismo psicologico? All’uomo nero che, alla fine, non arriva mai e non vi porta via? Sbagliato. Esiste e vi garantisco che quel male antropomorfizzato vi cancella senza tanti complimenti.

Se continuate così il risultato sarà questo:

Contagio vostro (poi non piangete come vitelli per favore)

Contagio di chi amate (vedere soffrire una persona che amate, vederla portare via da una ambulanza con luci intermittenti, non poterla vedere e seguire… Vi è mai successo? Vi garantisco sulla mia pelle paurosa che è indimenticabile)

Contagio di chi neanche conoscete (si chiama male, si chiama assassinio e rimane pure impunito).

Rispondete con serietà.

Le classi della scuola primaria dovrebbero essere piene anche di adulti che, invece di imparare, spargono il loro seme in qualsiasi buco o covano le loro uova in qualsiasi nido.

Cosi le loro tare genetiche e trascurate battono il virus in velocità.

Buon ferragosto di aliti, sudori e sangria.

Loretta Ramognino

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