Vado Ligure – Nei vari annunci pronunciati da top manager, dirigenti e rappresentanze sindacali opportuniste l’operazione di acquisizione di Bombardier Transportation, il settore ferroviario della finanziaria canadese Bombardier Inc., da parte della francese Alstom (TGV, Pendolino) offre sicuramente innumerevoli opportunità. In realtà, a decretare il successo o meno di questa operazione industriale e finanziaria saranno inevitabilmente le dinamiche del caotico mercato capitalistico ed a subirne le conseguenze saranno unicamente i lavoratori.
Solo dei sindacati che abbiano una visione che vada oltre la propria provincia potrebbero cogliere delle opportunità per poter coordinare i lavoratori per delle rivendicazioni comuni, al fine di rafforzare il potere contrattuale delle classi salariate. Un sindacato europeo sarebbe il minimo a cui possano aspirare i lavoratori per difendere reddito e diritti. In realtà, spesso si assiste alla contrapposizione tra i siti produttivi dello stesso gruppo, più che a comuni lotte di rivendicazione, come si suol dire, divide et impera.
Per quanto riguarda il sito produttivo ex Bombardier Transportation Italy di Vado Ligure, comune inserito nell’area di crisi industriale complessa del savonese, vista l’incapacità, a partire dal 2014, da parte dei tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi, di contrastare le scellerate politiche perseguite dall’azienda volte esclusivamente a massimizzare i profitti a scapito degli investimenti sul sito produttivo, quanto meno sarebbe necessario un coordinamento sindacale a livello nazionale.
Dalle numerose e-mail e messaggi pervenuti alla nostra redazione da parte dei lavoratori del sito vadese che seguono da tempo i nostri articoli, si è potuta riscontrare una forte preoccupazione sul fatto che pare che in vari siti europei ex Bombardier sventolino già i vessilli dell’Alstom, mentre, almeno fino a venerdì 5 febbraio a Vado Ligure, le aste delle bandiere visibili dall’esterno dello stabilimento non esibivano alcunché.
I lavoratori si domandano il motivo di questo ritardo e se qualcuno stia nascondendo loro qualcosa.
Ci domandiamo se l’amministratore delegato di Alstom Ferroviaria S.p.A., Michele Viale, da poco riconfermato nella sua carica, si sia già presentato ai lavoratori ed alle rappresentanze sindacali (ammesso che non siano troppo occupate a svolgere corsi per bagnini e di yoga) del sito di Vado Ligure per illustrare il percorso di integrazione in Alstom, dare le opportune rassicurazioni ed escludere disdicevoli spezzatini.
Stesse assicurazioni devono essere fornite alle istituzioni, visto che per il sito produttivo Alstom-ex Bombardier di Vado Ligure è da tempo aperto un tavolo di confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico che attende di essere aggiornato dal 26 novembre 2019 (LEGGI). Per favorire la riapertura di questo tavolo ad oggi non risulterebbero prese di posizione decise da parte dei sindacati metalmeccanici savonesi, a meno dei soliti sterili comunicati stampa che rimangono il più delle volte senza seguito.
Come noto i costruttori ferroviari (Alstom, Hitachi Rail, Siemens Rail ecc.) hanno tra i loro principali clienti le aziende di gestione del trasporto ferroviario passeggeri e merci come Trenitalia e Mercitalia, aziende perlopiù a partecipazione statale. Sarebbe quindi disdicevole che lo stato dopo aver assegnato corpose e redditizie commesse pubbliche tramite le sue partecipate, dovesse successivamente intervenire con ammortizzatori sociali perché un costruttore per massimizzare i profitti tende a minimizzare l’occupazione.
I sindacati metalmeccanici savonesi nella speranza di una regia comune a livello nazionale con le altre rappresentanze sindacali , sicuramente sapranno far sentire la propria voce a difesa dell’occupazione e del reddito del sito produttivo Alstom-ex Bombardier di Vado Ligure e degli altri stabilimenti, almeno i lavoratori lo sperano.
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