E’ mancato Pio Vintera

E’ mancato Pio Vintera un personaggio notissimo a Savona. Per ricordarlo pubblichiamo un articolo che lo riguarda scritto per trucioli savonesi da Christine Delport nel 2012

PIO VINTERA, UN MECENATE, PITTORE CHE DIPINGE DAL FARO CULTURALE DI VILLA CAMBIASO

di  Christine Delport

Parlare di Pio Vintera, personaggio notissimo a Savona, è difficile perché la sua figura è quella di un intellettuale piuttosto schivo.

Ha speso una vita come vice preside dell’Istituto Nautico “Leon Pancaldo” di Savona, assieme al suo collega ing.Taramasso. E’ editore di Villa Cambiaso, periodico di cultura savonese, presidente dell’Associazione Leon Pancaldo e grand patron della villa-museo che a Villapiana è un Palazzo storico, ormai “prigioniero” di palazzoni che lo inquadrano come dei gendarmi di pietra. Muti ma eloquenti. E’ la cultura popolare affacciata sulla cultura d’élite. Insomma, ci vorrebbe un quadro forse più adatto.

Anche se l’animatore culturale di Savona non se ne lamenta e, con Virgilio, ricorda (dalle Georgiche) che “Ligurem mala assuetum”, noi liguri siamo abituati a certi disagi. Anche ad incongruenze imputabili forse ad un generale laissez aller. N’est pas?  Quanto all’editore di Villa Cambiaso è la mitica casa editrice savonese Sabatelli.

Sì, dicevo, la villa-museo è un poco soffocata dal cemento e ricorda emblematicamente la canzone di Celentano sul filo d’erba che non cresce più lì. Ma entro le mura dello storico palazzo vi è un patrimonio monumentale di tutto rispetto. Sono sfilati al suo interno personaggi come Napoleone Bonaparte di passaggio a Savona, dove aveva imprigionato per qualche tempo (è storia nota) il Papa Pio VII. Quest’ultimo, durante la prigionia savonese, si ritirava volentieri in preghiera nella cappella consacrata di Villa Cambiaso. Sosta nell’edificio anche del duce, Benito Mussolini e pranzo di gala per i gerarchi del fascismo. Insomma, souvenirs storici a iosa.

Eppoi Villapiana ha una sua storia particolare e Villa Cambiaso ne fa parte integrante.

A proposito, lasciatemi dire – come nota personale – che mio marito, savonese doc, è nato proprio lì a Villapiana, in tempo di guerra. Quando lui nacque la squadra navale francese bombardava il porto di Savona. Era l’agosto del 1940. Ma via Mignone non venne colpita perché c’era e c’è ancora un piccolo monte a separarla dal Bosco delle Ninfe (Villetta). Quel monticciolo, sulle alture davanti a via Mignone, aveva una galleria sotterranea, rifugio in tempo di guerra, un tunnel che univa Villapiana a Valloria. Mio marito ci ha passato – assieme ai genitori ed a coloro che correvano nei rifugi anti-bombardamenti – una parte della sua prima infanzia.  Fine della digressione personale. Torniamo a Pio Vintera, protagonista di questo articolo di inizio d’anno.

Oltre ad essere presidente dell’ALP (Associazione Leon Pancaldo) che raggruppa tutti i capitani di lungo corso (di coperta e di macchina) del glorioso Istituto Nautico savonese, Pio Vintera, è un pittore di grande talento.

Ecco, i suoi quadri raffiguranti muri di palazzi savonesi (come quello dei pavoni di via Paleocapa) che fa bella mostra di sé nella vetrina di corso Italia sono raffigurazioni che ricordano le “caves” esistenzialiste di Montmartre. Le canzoni di Juliette Greco, i pensieri di Jean Paul Sartre e di Merleau-Ponty. Muri, architettura nouvelle vague, per chi conosce Bruxelles il Musée Horta.

Arte anche moderna, art nouveau se vogliamo; ma nei quadri di Vintera si sente che il mare non è lontano. In quelle facciate di palazzi  si indovina che il porto è dietro l’angolo, s’intravvede la Torretta. Poi , in altre tele, la si vede sull’orizzonte azzurro, velato da nubi. Ed allora, si intuisce l’ispirazione che esce dal chiuso delle caves esistenzialiste di Montmartre, dice addio a Sartre ed ai filosofi decadenti. Il pessimismo lascia spazio alla grande avventura ed è Leon Pancaldo, il grande nocchiero di Magellano, che prende il sopravvento svelandoci i grandi amori di Pio Vintera. L’avventura sul mare, libero come il volo di un bianco gabbiano ed i colori dell’anima di un intellettuale che ha voluto essere come un faro per guidare la cultura savonese un pochino recalcitrante a lasciarsi prendere per mano ed approdare verso il gesto liberatorio dell’arte. Scoperta di nuove terre sugli Oceani (Pancaldo) e nei risvolti più intimi della ricerca e della scoperta di colori e di nuove invenzioni cromatiche. Il muro, la pietra dei palazzi antichi, gli ambienti chiusi e fumosi delle caves parigine  neo-esistenzialiste (Sartre). Sì, il muro. E’ anche quello che la cultura ufficiale oppone a certi innovatori. Oggi come ieri e, forse, come domani. Mura insormontabili ed indifferenti a certe istanze artistiche ed organizzative. Sì sa: c’è la crisi. Gli amministratori ripetono fino alla nausea: non ci sono soldi. A Bruxelles, non salvano l’Europa dei popoli. L’Europa dei banchieri forse si salverà. Bisogna vedere cosa decide la Merkel. Nessuno si sogna più di “mandare via i tedeschi” anzi ! Ce ne fossero! L’avevano detto no: Lilì Marlene, Marlene auffidersen…Merkel, benvenuta! Insomma, c’est la vie. Non ci sono soldi. Verdetto unanime e universale sia negli Usa che nell’UE.

Eppure, Pio Vintera non si arrende: mostre d’arte, convegni di artisti e scrittori, ricordi della scrittrice  Milena Milani, sfilate a Villa Cambiaso non solo della cultura savonese, ma di quella italiana ed internazionale. Concerti di musica, mostre d’arte, tele e ceramiche di Albissola, artisti famosi, presentazioni di libri appena usciti di stampa. Personaggi noti e meno noti. E’ tutto un mondo che si alterna ai suoi rendez- vous.

Sempre accogliente, aperto, cordiale. Verso tutti che abbiano navigato dopo il diploma al Nautico o che non siano mai usciti dalla fumosa redazione di   un giornale, sognando soltanto sui libri il mondo delle grandi scoperte geografiche e dell’avventura,

Salgari ha scritto pagine bellissime sull’India e non c’è mai stato.

Vintera ha scritto, dipinto, navigato ed è stato ovunque. Realmente o con la fantasia. Quel pescatore della fontana che “abbraccia”, lottando con lui,il pescecane, la scultura della Cuneo, doveva, forse, essere un Pio Vintera giovane. Ma mio marito (ancora lui!) mi assicura che il modello della scultrice Cuneo si chiamava, in realtà, Narciso ed aveva un gemello di nome Gino. Come fa a saperlo ? Semplice. Li ha conosciuti,i due gemelli, erano suoi amici d’infanzia. Deamicisiani di ferro, leggevano (commuovendosi e piangendo) soltanto il libro “Cuore”. Anzi, se lo facevano leggere dalle loro nonne. E giù lacrime!

Ecco, per capire fino in fondo Pio Vintera forse bisogna essere savonesi doc. O perlomeno liguri.

Io ci ho provato. Ma sono nata a Bruxelles ! Se non ho colto nel segno, abbiate pazienza, cari lettori e siate indulgenti. Buon anno nuovo a tutti voi!

CHRISTINE DELPORT da Trucioli savonesi

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