11 marzo 2014 – 11 marzo 2019 CINQUE ANNI SENZA CARBONE A SAVONA

11 marzo 2014 – 11 marzo 2019
CINQUE ANNI SENZA CARBONE A SAVONA, dopo il sequestro della magistratura (unico caso al mondo) a seguito degli esposti di comitati di cittadini. Hanno bruciato 5.000 tonnellate di carbone al giorno per 43 anni in mezzo alle case, agli asili, e dicevano che andava tutto bene. L’azienda incamerava centinaia di milioni di utili, mentre la gente si ammalava o moriva.

Dedichiamo questo anniversario alla memoria di Agostino Torcello, e di Valeria Rossi, che (quando le Istituzioni avevano approvato l’ampliamento della centrale) aveva composto questa filastrocca:
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I GUFI DEL CARBONE

“C’era una volta il camino sul tetto
col suo bel fumo senza sospetto.
Caldo, simpatico, patriarcale
scaldava senza fare alcun male.

Vennero poi le ciminiere,
con quelle immense chiome nere.
Alte, titaniche e un po’ inquietanti,
con quei gran fumi impressionanti.

La ciminiera dava lavoro
era una vera miniera d’oro.
Meglio non farsi troppe domande…
e per non farsela nelle mutande,
meglio ascoltare solo i padroni
che ti parlavano di “fumi buoni”

e non sentire gli ambientalisti,
quei gran fanatici terroristi.
“Qui non si brucian solo carboni:
qui ci giochiamo cuore e polmoni!”

Ma brutti gufi, portate jella!
Con la centrale, la vita è bella;
c’è lo stipendio a fine mese
possiam permetterci folli spese…

e poi a Natale c’è il panettone,
il cesto pieno di cose buone.
Cosa vorreste, brutta masnada?
Buttarci tutti in mezzo alla strada?

Passano gli anni, ne passan tanti
e per fortuna i gufi, quei lestofanti
prendon pernacchie; gli fanno cori
(di scherno) sindaci ed assessori.

E si fan belle le ciminiere:
anche le nuvole son meno nere.
Han messo filtri che fan magie:
son le Migliori Tecnologie!

Sono isolati, ormai, i terroristi.
Restano un paio di giornalisti,
qualche attivista, qualche dottore…
ma sappiam bene di che tenore.

Medici pazzi, fuori di testa,
che cercan solo di alzar la testa
urlando favole e falsità
per mascherar la mediocrità.

E intanto svettano le ciminiere,
sempre più alte, sempre più fiere.
Ormai è dicembre, viene Natale,
la tredicesima sarà regale!

Pino e Giovanni non la vedranno.
Chissà se arrivano a capodanno.
Han preso il cancro, ma che disdetta,
certo fatale la sigaretta.

Claretta… no, lei non fumava.
A dodici anni non ci pensava.
Pura sfortuna, quindi, si evince,
quel suo tumore alla laringe.

Forse son stati i motorini.
Ormai li guidano anche i bambini…
ce ne son troppi, l’aria è inquinata,
forse anche l’acqua è avvelenata.

Ma la centrale non c’entra nulla!
Molti la vedono fin dalla culla
e mica tutti cascan bocconi:
forse la colpa è dei piccioni.

Ma sì: bestiacce, cibo avariato,
perfino il vino contaminato…
“…e la centrale“? Chi è il disgraziato?
Chi è quel cretino che ha parlato?

Qui la centrale fa il nostro bene!
Sai che puoi fartene del lichene?
Perfino l’ARPAL ci rassicura,
e voi volete farci paura!

Noi siam felici, stiamo benone:
non siam licheni, siamo persone!
Anche Claretta, Giovanni, Pino?
Eh… che vuoi farci, contro il destino.

Certo non c’entrano le ciminiere,
così svettanti e così fiere,
che portan soldi a tutti quanti
e fan felici i politicanti.

E adesso andate, su, siate buoni.
Gufi, levatevi dai coglioni !
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(Valeria Rossi)

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